Eventi - 15 dicembre 2017, 12:30

Barriera di Milano: i Dock74 ospiteranno da oggi la mostra "Without Frontiers"

Fino al 4 febbraio 2018, la rassegna che ha lo scopo di far uscire l'arte dalla crisi dell'epoca contemporanea

Barriera di Milano: i Dock74 ospiteranno da oggi la mostra "Without Frontiers"

Via Valprato 68 - padiglione G, interno 74 - si appresta a ospitare, con l'inaugurazione di oggi pomeriggio alle ore 17, la mostra "Without Frontiers", curata da Caravan SetUp e dall'associazione Il cerchio e le gocce, con i testi di Laura Fattorini.

La rassegna, che vede la partecipazione di numerosi artisti, nasce come prolungamento e approfondimento del lavoro svolto nel corso del festival "Without Frontiers, Lunetta a colori" di Mantova. Durante l'inaugurazione verrà presentato anche il volume "Without Frontiers. Arte urbana e arte pubblica. Esperienze e prospettive" di Simona Gavioli e Giulia Giliberti, edito da Il Rio Edizioni.

Il testo racconta l'esperienza di "Without Frontiers. Lunetta a colori", il progetto di riqualificazione urbana che, giunto nel 2017 alla sua seconda edizione, ha sfidato gli spazi convenzionali destinati all'arte, il conservatorismo e l'idea di bene collettivo, contribuendo all'abbattimento delle barriere che separano il quartiere periferico di Lunetta dal centro della città di Mantova. Il progetto ha permesso agli artisti coinvolti, italiani e stranieri, di realizzare opere d'arte site-specific nel quartiere stesso.

Ogni artista, mantenendo la propria cifra stilistica su un supporto diverso rispetto alle grandi pareti degli edifici sui quali è solito lavorare, compie il tentativo - già ampiamente espresso con i lavori murali - di far uscire l’arte dalla crisi dell'epoca attuale, per favorire un’arte che ha smesso di essere autonoma a favore del connubio con la vita sociale. Un’arte non più considerata come marginale ornamento e non più temuta, perché avvicinata al centro della vita sociale: un'arte viva.

Senza tradire se stessi, nella collettiva a Dock74 ogni artista sviluppa un’opera che si presenta come la trasposizione di ciò che normalmente si osserva sui grandi edifici, i quali, spesso, sono case. Ed è proprio la casa che, racchiudendo all’interno molecole di mondo ed essendo un corpus di immagini, fornisce ragioni o illusioni di stabilità all’uomo, di cui l’artista aspira a svilupparne le rêverie. Il dentro e il fuori giocano al rimando, si inseguono e poi si raggiungono. Ciò che si trovava fuori, ora si trova dentro.

Attraverso le opere pittoriche in mostra Corn79 ricerca, con l’astrazione delle forme e con i colori, i significati intimi e profondi legati al suo inconscio, mentre Fabio Petani indaga la complessità della natura sfruttando i principi primi di tutte le cose, l’elemento chimico e la pianta. Made514 unisce il lettering al figurativo per creare immagini dinamiche, dalle linee morbide e liquide; Etnik, invece, raffigura metaforicamente sezioni di realtà prospettica e di agglomerati urbani incastrati tra di loro, in una critica rivolta proprio alla costruzione inconsapevole dei blocchi di cemento che formano le periferie delle nostre città.

Vesod materializza il tempo grazie alla sovrapposizione di diverse immagini, tracciando così storie riconoscibili in attimi, mentre Elbi Elem scardina lo spazio per creare nuove geometrie che si rompono in equilibrio perfetto con il circostante. Zedz, infine, influenzato dalle grafiche digitali, dall’architettura e dalla musica, compone varie geometrie che invadono la tela.

Roberta Scalise

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