È un'atmosfera tetra, quasi grottesca, quella che accompagna la presentazione della nuova veste della Gam, che da oggi inaugura un allestimento innovativo della sua esposizione permanente.
Il direttore artistico di Gam Carolyn Christov-Bakargiev si prodiga a citare grandi artisti, ricordare importanti restauri e spiegare il cammino che porta al nuovo allestimento. Ma a pochi metri ci sono i dipendenti lasciati a casa da Fondazione Torino Musei a pochi giorni dal Natale. E dunque diventa esercizio da fachiro, prima che da equilibrista, riuscire a separare le due cose.
Ci prova anche l'assessore comunale Francesca Leon, ci prova Maurizio Cibrario, proprio il presidente di Fondazione Torino musei. Ma le parole rimbalzano nella sala con un sottotetto difficile da non vedere, in filigrana.
Saranno comunque 3 le linee di lettura del nuovo allestimento: "La storia dell'arte, la storia del museo e il contesto storico sociale della città di Torino", spiega la direttrice. E anche in questo caso è difficile dimenticare la protesta che si muove pochi passi più in là.
Al primo piano sono esposte le opere datate dagli anni Dieci del Novecento fino alla Pop art, mentre al secondo piano ci sono dipinti, sculture e opere che accompagnano il visitatore dalla nascita del museo nel 1863 fino all'inizio del secolo scorso. In tutto le sale sono 17 e seguono un ordine cronologico spaziando tra artisti di grandissima caratura come de Chirico, Balla, Carrà e molti altri ancora. Tanti i documenti d'archivio, intervallati alle opere, così come i testi di sala resi il più fruibile possibile.






