Economia e lavoro - 19 dicembre 2017, 12:27

Processo Eternit, i figli di Giulio Testore: "Vorremmo vedere Schmidheiny in un letto come nostro padre"

Stamattina la prima udienza: unico imputato il magnate svizzero accusato di omicidio colposo

Processo Eternit, i figli di Giulio Testore: "Vorremmo vedere Schmidheiny in un letto come nostro padre"

C’erano anche i cinque figli di Giulio Testore, l’ex operaio dello stabilimento Eternit di Cavagnolo, morto nel 2008 per mesotelioma pleurico, alla prima udienza del processo torinese sulle morti da amianto, denominato "Eternit bis”. Unico imputato è il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio colposo.

"Vorremmo vedere Schmidheiny in un letto, con l’ossigeno alla bocca, proprio come nostro padre prima che morisse”, lo sfogo dei figli, che hanno poi aggiunto: “Negli ultimi tempi faceva fatica a respirare e vomitava sangue, chi ha assistito all’autopsia ha detto che aveva i polmoni pieni di fibre di amianto”. Dal 2020 in avanti, come hanno ricordato in aula gli avvocati, sono previsti nuovi casi di mesotelioma, patologia che si manifesta decenni dopo avere inalato la polvere tossica. “Abbiamo paura di ammalarci - concludono i familiari - perché anche noi abbiamo respirato per anni le fibre. Purtroppo non possiamo fare nulla, non ci resta che attendere e sperare”.

Intanto stamattina i legali difensori e il pm Colace hanno discusso sulla costituzione delle parti civili. Per l’avvocato Astolfo Di Amato, che difende Schmidheiny, alcuni enti e associazioni “sono nati dopo il verificarsi dei fatti oggetto del processo e non hanno nulla a che vedere con il territorio di Cavagnolo”. Pronta la replica del pm Gianfranco Colace, secondo cui “non è rilevante che un’associazione sia nata in una città diversa, in un processo come questo la presenza delle parti civili non crea nessuno squilibrio tra accusa e difesa”.

Marco Panzarella

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