Attualità - 31 dicembre 2017, 16:54

La sostituzione dei regali di Natale: come rimediare agli acquisti sbagliati

Proprio per questo ogni anno, a partire dal giorno di Santo Stefano, un esercito di consumatori delusi si precipita nei negozi, scontrino alla mano, pretendendo la sostituzione degli articoli ricevuti in dono

La sostituzione dei regali di Natale: come rimediare agli acquisti sbagliati

Non sempre i regali di Natale riescono a soddisfare le aspettative di chi li riceve. Proprio per questo, ogni anno, a partire dal giorno di Santo Stefano, un esercito di consumatori delusi si precipita nei negozi, scontrino alla mano, pretendendo la sostituzione degli articoli ricevuti in dono. Di fatto, è allora che sorgono le principali dispute tra chi vorrebbe scegliersi da solo il regalo e chi, invece, rifiuta di operare sostituzioni all’interno del proprio negozio.

Per evitare che si ripetano scene incresciose, sarà forse utile fare un po’ di chiarezza su tale argomento. Innanzitutto, è necessario operare una distinzione a seconda del tipo di acquisto effettuato. Qualora il regalo indesiderato sia stato comprato in un negozio, la legge non riconosce all’acquirente alcun diritto di ripensamento. In questi casi la possibilità di ottenere la sostituzione del prodotto è rimessa alla generosità del negoziante, il quale potrà escluderla categoricamente, oppure potrà permetterla, ma solo a determinate condizioni (a patto che il prodotto sia integro, che l’imballaggio non sia stato divelto, ovvero che la sostituzione sia richiesta entro una certa data e non oltre, ecc…).

Diverso è, invece, il caso in cui il regalo sia stato acquistato fuori dai locali commerciali, ad esempio online. In questi casi trova infatti applicazione la normativa prevista dal Codice del Consumo, il quale riconosce all’acquirente il diritto di recedere gratuitamente dal contratto e di restituire l’oggetto indesiderato entro il termine di 14 giorni dalla consegna del bene. Per quanto riguarda gli acquisti online, la ratio di tale disposizione risiede nel fatto che il compratore può prendere visione della merce acquistata solamente al momento della consegna e solo allora potrà quindi accertarsi che il prodotto presenti le caratteristiche e le qualità desiderate. Ciò che contribuisce al successo di queste forme di compravendita – oltre alla comodità di fare acquisti dal proprio divano di casa – è per l’appunto la possibilità di esercitare liberamente il diritto di recesso, magari dopo avere rotto l’imballaggio o addirittura dopo avere utilizzato l’oggetto per un paio di giorni. Oltretutto, senza che sia necessario allegare alcuna giustificazione al proprio ripensamento. Va tuttavia precisato che il diritto di recesso è riconosciuto solamente ai consumatori, ovvero in tutti quei casi in cui l’acquisto sia stato effettuato – fuori dai locali commerciali – per soddisfare un proprio interesse personale, estraneo all’attività professionale, imprenditoriale o commerciale eventualmente svolta.

Resta salvo, in ogni caso, il diritto alla sostituzione o alla riparazione dei prodotti difettosi ovvero, nelle situazioni più gravi, il diritto alla risoluzione del contratto ed al risarcimento dei danni eventualmente patiti. Anche in questo caso bisognerà tuttavia prestare particolare attenzione ai termini entro i quali è possibile segnalare al commerciante il difetto del prodotto: due mesi dalla scoperta del difetto e comunque entro i due anni dall’acquisto.

Avv. Luca Blengio

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