Eventi - 07 gennaio 2018, 16:37

Il gioco d'azzardo e una piaga in espansione nel primo libro di Simone Mancini

"Il gioco di Fortuna" è il debutto letterario dedicato a un mondo spesso ignorato o che finisce sulle pagine di cronaca quando è troppo tardi

Il gioco d'azzardo e una piaga in espansione nel primo libro di Simone Mancini

Il mondo del gioco d'azzardo legale sale spesso agli onori della cronaca, a volte per via di fatti eclatanti raccontati da giocatori problematici che fanno outing, confessando pubblicamente il loro vizio, ma ancor più spesso per via dei provvedimenti restrittivi adottati dai legislatori allo scopo di ridurre l'incidenza delle problematiche legate al gioco patologico.

Il gioco d'azzardo è un fenomeno sociale in continua espansione che interessa milioni di individui. Lo stato tutela i giocatori attraverso regolamenti, norme e controlli, garantendo la trasparenza dei risultati e dei player della filiera. Ciò nonostante la pratica del gioco viene vista da taluni come un'attività da proibire tout court, sul modello del proibizionismo americano degli anni '20. Si tratta di posizioni contrastanti che raramente trovano nell'arena dell'opinione pubblica momenti di confronto, proprio in virtù della loro prospettiva diametralmente opposta. Controllare e proibire sono due approcci necessariamente antitetici.

Simone Mancini è un operatore della filiera del gioco lecito che ha appena scritto un libro allo scopo di alimentare il dibattito in maniera positiva.

Nel suo "Il gioco di fortuna. Riflessioni sul gioco d'azzardo", l'autore propone infatti una lucida riflessione intorno ai temi caldi che toccano il settore in cui lavora, argomentando pacatamente al lettore il suo punto di vista e portandolo dentro un mondo complesso e difficilmente comprensibile dall'esterno.

Il libro comincia con una breve storia del gioco d'azzardo, volta a dimostrare come questa dimensione sia insita nell'animo umano e prosegue con una disamina delle componenti psicologiche che agiscono sul giocatore, mutuate a livello più generale da scienze quali la psicologia sociale e cognitiva.

In un apposito capitolo "Chi c'è dietro le slot", l'autore spiega come è strutturata la filiera del gioco e come viene ripartita la raccolta, illustrando il meccanismo del pay out, cioè la quota minima che per legge viene restituita al giocatore sotto forma di vincite.

Nel libro non poteva mancare una riflessione sul gioco patologico, al quale non viene negata l'importanza che questo fenomeno merita ma che viene indagato senza pregiudizi o tabù, con uno sforzo genuino di rigore scientifico grazie al quale l'autore riesce a sollevare il dubbio, nella mente del lettore più attento, se nelle ludopatie il gioco ne sia la causa o la conseguenza.

Appare comunque innegabile come nel tempo sia creato nell'immaginario collettivo un sentiment negativo intorno al mondo del gioco d'azzardo che impedisce di affrontare il fenomeno con la necessaria lucidità. Agli stessi operatori della filiera del gioco lecito viene spesso associato un alone di mistero e di diffidenza. Gli operatori della filiera, ognuno con le sue specificità, sono invece imprese private che pagano le imposte e che hanno un'attività scandita da stringenti regolamenti, che devono osservare a pena di sanzioni molto aspre. Questi operatori svolgono un importante ruolo sociale perché rappresentano l'unico argine al dilagare del gioco illecito.

Nel libro l'autore affronta anche il dilemma etico, che si esplica negli opposti atteggiamenti di coloro per i quali è meglio reprimere e coloro che ritengono sia più utile controllare, ma che dovrebbe comunque partire da presupposti validi e universalmente condivisi.

Al lettore l'ardua sentenza.

r.g.

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