Economia e lavoro - 08 gennaio 2018, 11:32

La frutta piemontese viaggia sui mercati stranieri, nonostante il gelo

Kiwi, mele e pesche: i mercati di riferimento sono Europa, Canada, Stati Uniti e Medio Oriente. Ma anche Germania ed Europa in generale.

La frutta piemontese viaggia sui mercati stranieri, nonostante il gelo

Il comparto frutticolo Made in Piemonte ha sicuramente risentito quest’anno del clima: dalle gelate primaverili, che hanno colpito l’intero territorio producendo soprattutto danni  quantitativi, alla siccità che ha contribuito a rendere più aggressivi alcuni insetti.

Buone notizie arrivano dall’export, soprattutto per kiwi, mele e pesche. Dei primi si esporta il 70% e delle mele l’80% tra Europa, Canada, Stati Uniti e Medio Oriente dove sono particolarmente apprezzate le mele rosse. Le pesche, invece, trovano sbocco soprattutto in Germania e, in generale, in Europa dove arriva fino all’80% della produzione. L’export d’oltremare in Piemonte è avvantaggiato, dal punto di vista logistico, grazie ai porti di Vado ligure e Genova, dotati di portacontainer molto rapidi.

Il Piemonte per quanto riguarda le pesche conta 3.474 aziende, una produzione di quasi 2 milioni di quintali e una superficie di 4.416 ettari, per i kiwi quasi 2.500 aziende, una produzione di 1,2 milioni di quintali e una superficie di oltre 4.500 ettari, per le mele quasi 4 mila aziende, una produzione di 2,4 milioni di quintali ed una superficie di 6 mila ettari.

“Quest’anno abbiamo visto un aumento della produzione di susine che ha raggiunto 1 milione di quintali e delle pere con 300mila quintali, mentre in calo sono state le albicocche – affermano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Bisogna investire risorse ed energie per incentivare la filiera frutticola Made in Piemonte, far sì che ci sia maggior coesione tra i vari attori e più informazione rivolta ai consumatori. Oltretutto, la frutta trasformata, dai succhi alla purea, è molto gradita ai bambini, oltre ad essere estremamente salutare poiché conserva tutte le proprietà nutritive: ad esempio da 100 chili di mele si ottengono 90 kg di purea. Continuiamo, quindi, la battaglia – concludono Revelli e Rivarossa - affinché al più presto arrivi l’etichettatura obbligatoria d’origine anche per i trasformati della frutta che darebbe ulteriore garanzia ai consumatori”.

M.Sci

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU