Aurora / Vanchiglia - 24 gennaio 2018, 07:45

Ex ospedale Maria Adelaide: servizi territoriali o vendita

Due ipotesi per il futuro, ma servono 10 milioni per ristrutturarlo. Nel frattempo arriveranno 4 milioni per la Asl di Lungo Dora Savona, che sarà una “Casa della salute”. Deri, presidente della Circoscrizione 7: “Intervento importante”

Ex ospedale Maria Adelaide: servizi territoriali o vendita

Il futuro dell’ex ospedale Maria Adelaide è ancora incerto, ma alcuni punti iniziano a delinearsi. È quanto emerso ieri sera, durante la commissione che si è tenuta presso la Circoscrizione 7, alla quale hanno partecipato Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della Salute, e Valerio Fabio Alberti, direttore generale della Asl To 2.
In questi giorni l’ex ospedale è utilizzato come dormitorio per alcuni senza tetto, nell’ambito di un progetto per l’emergenza freddo. Il piano, che comunque riguarda soltanto una minima parte della struttura, si concluderà però ad aprile. Poi che ne sarà del Maria Adelaide? 

Le ipotesi sono due: la vendita ai privati o l’utilizzo degli spazi per alcuni servizi territoriali della Asl. Due scenari possibili ma non così semplici. L’immobile è stato valutato, infatti, 10.350.000 euro, ma tre anni fa erano stati stimati altri 10 milioni di costi di ristrutturazione. Come ha spiegato Zanetta, infatti, gli impianti elettrici e idrici vanno rifatti, mentre in alcuni punti sono necessari interventi strutturali approfonditi.
L’unica cosa certa, sulla quale la Circoscrizione 7 ha posto l’accento, è l’utilizzo “polifunzionale” dei 13.000 metri quadri di superficie di cui dispone l’ex ospedale. “La cosa importante – ha commentato Luca Deri, presidente della 7 – è capire quale sarà la destinazione d’uso. Un’utilizzo polifunzionale, infatti, potrebbe offrire servizi a diverse fasce di cittadini, penso ad esempio agli studenti, vista la vicinanza con il Campus Luigi Einaudi”.
Il Maria Adelaide potrà ospitare soltanto attività socio-assistenziali e ospedaliere.

Ora il passaggio burocratico è la presa d’atto, da parte della Città della Salute, del valore dell’immobile, con la conseguente richiesta alla Regione Piemonte di rendere “alienabile” la struttura, una sorta di autorizzazione vendita. “Passaggio necessario – ha spiegato Zanetta – ma questo non significa che il bene sarà venduto, perché se nel frattempo troveremo altre soluzioni le seguiremo, è anzi questo l’auspicio della Città della Salute”.
L’ipotesi della vendita appare però piuttosto praticabile. Prima c’è stato l’interessamento da parte dell’Università di Torino, con tanto di lettera scritta, poi un nulla di fatto – troppi i 20 milioni necessari per l’acquisto e la ristrutturazione –, ma di recente la Lega Cooperative si è fatta avanti con decisione. Il 15 gennaio, a due giorni dalla “riapertura” per l’emergenza freddo, si è tenuto un sopralluogo. 

Il prossimo passaggio, comunque, sarà la produzione di un documento, da parte della Circoscrizione 7, con precise richieste sul futuro dell’ex ospedale: la presenza di servizi socio-assistenziali e una strategia di sviluppo che coinvolga tutto il territorio. Il documento sarà portato in consiglio e poi inoltrato alle istituzioni coinvolte.

Intanto, la Circoscrizione 7 può ricevere 4 milioni di investimenti per ristrutturare i locali di Lungo Dora Savona 60. La somma è già stata decisa, manca solo la determina regionale. Come ha spiegato Alberti, la sede dell’Asl diventerà una delle “Case della salute” sul territorio torinese, centro di erogazione di servizi primari, in ambito sanitario e assistenziale, nonché punto di riferimento per le circoscrizioni.

“Quei soldi – ha commentato Alberti in risposta ad alcune domande – non basterebbero per ristrutturare il Maria Adelaide, ma possiamo ‘metterli in dispensa’ per migliorare una struttura già valida”. “Il territorio – ha aggiunto Luca Deri – aspetta questo intervento da quando quell’edificio è stato costruito. È importante”.
I quattro milioni per Lungo Dora Savona fanno il paio con altri 500 mila euro per la sede di via Montanaro, nella Circoscrizione 6, un investimento nell’ottica di “unificazione” tra la 6 e la 7. Si dovrà attendere ancora, ma qui le tempistiche sono più chiare: una volta approvata la determina, ha sottolineato Alberti, le strutture, con i necessari lavori di adeguamento, saranno pronte nel giro di un anno.

Paolo Morelli

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU