Politica - 27 gennaio 2018, 18:05

Movimento Forconi, Calvani: "Sarà caos dopo il 4 marzo, incitiamo all'astensionismo"

Anche a Torino si richiamano i cittadini a unire le forze per delegittimare la classe politica

Movimento Forconi, Calvani: "Sarà caos dopo il 4 marzo, incitiamo all'astensionismo"

"Qualcuno ogni tanto si dimentica di noi, ma continuiamo a essere attivi e ci riteniamo gli unici in grado di cambiare un sistema illecito". Così a Torino il Movimento MPF  9 dicembre Forconi declama la totale avversione alle imminenti elezioni del 4 marzo, che, qualsiasi sia il risultato, proclameranno un nuovo governo incapace di rappresentare gli italiani.

Nato nel 2015 dal coordinamento della grande manifestazione del 9 dicembre 2013 - che per due settimane "fermo l'Italia intera" - il Movimento si appresta a riprendere con più forza una battaglia in difesa della patria, appellandosi al diritto inalienabile della sovranità popolare espresso nell'articolo 1 della Costituzione. 

Danilo Calvani, il presidente, durante un incontro pubblico ha richiamato tutti i potenziali "disertori" del voto a "riappropriarsi del nostro Paese, dei nostri diritti e della nostra cultura", consapevole che "dopo il 4 marzo si creerà inevitabilmente una frattura fra noi e chi starà al governo, ma andrà gestita nel rispetto dell'ordine costituito".

E sull'afflusso alle urne precisa: "Il diritto di voto è sacrosanto, ma vogliamo che gli italiani si astengano per delegittimare finalmente la classe politica". 

Calvani ha poi spiegato quella che per lui rappresenta l'unica via di salvezza, sottolineando la totale estraneità dei Forconi a qualsiasi schieramento politico che concorra alle elezioni: "Dobbiamo incoraggiare la lotta al crimine giudiziario di aggio bancario e arrivare a un azzeramento completo del debito pubblico". E si accanisce contro l'accordo Mes - Meccanismo Europeo di Stabilità sancito tra Italia ed Europa nel 2010, che preannuncia pericolosamente "lo sfratto illecito come regola generale", dopo averlo lui stesso subito nell'ottobre 2016 nonostante un contratto in essere in agraria mai dichiarato nullo. "Ci hanno trattato come dei terroristi pericolosi per lo Stato", dice, ricordando le perquisizioni a tappeto effettuate nelle sedi del Movimento in diverse città nel 2017, "ma non abbiamo mai commesso alcun atto criminale contro la patria".

Criminali dunque no, ma oppositori convinti del sistema senza dubbio. E man mano che si avvicinano le elezioni, cresce il fermento per lo scenario che si spalancherà immediatamente dopo: "È arrivato il tempo di reagire. Ci siamo dati il nome di Movimento per simboleggiare la rottura dalla politica, ma ciò che ci sta veramente a cuore è unicamente la nostra patria, l'Italia".

Manuela Marascio

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