"Ho fatto quel che un vincitore poteva metterci di suo: non aver temuto la morte, non aver ceduto con fermo viso a nessun simile, aver preferito una morte animosa a un'imbelle vita".
Queste parole riassumono la statura morale di uno dei più controversi e rivoluzionari fisolofi della storia, arso vino oltre 400 anni fa come eretico: Giordano Bruno, un uomo rimasto avvolto nel mistero per molti secoli, prima della sua riscoperta in epoca moderna.
Assemblea Teatro porta in scena da molti anni uno spettacolo proprio dedicato a colui che è stato definito un martire del pensiero occidentale. L'ultima notte di Giordano Bruno, una delle opere di Renzo Sicco più amate in assoluto, vanta, non a caso, oltre 300 repliche tra Italia, Europa e Sud America.
"Raccontare la storia di Giordano Bruno", spiega il regista, affiancato da Lino Spadaro nella direzione, "è sempre un gesto attuale, anche dopo secoli, per insegnare a tutti noi qualcosa".
Questa rielaborazione tetrale della vita del filososfo prende spunto sia dagli atti del processo, sia da quanto scritto nelle sue varie opere. Ma non solo: arricchiscono il testo anche le suggestioni scaturite nell'immaginario degli studiosi che hanno avuto a che fare con questa figura, riconoscendola affine e vicina a sé.
Per la rassegna "Insolito", lo spettacolo viene ospitato questa sera al Teatro Agnelli di via Paolo Sarpi 111, ore 21. In scena, Giovanni Boni, Lino Spadaro e Paolo Sicco. Sarà poi replicato sabato sera a Collegno all'Auditorium Arpino, all'interno di "Lo svago e il pensiero".
Un'opera che fa immedesimare lo spettatore con le peripezie del protagonista, peregrino per quindici anni in tutta Europa, scrittore frenetico e affamato di sapere, vittima di un rogo non solo fisico, ma anche metaforico, simbolo della soppressione di opinioni e pensiero libero.