L’eccessiva proliferazione di cinghiali sta causando danni di tutta evidenza alle coltivazioni agricole, in particolare nel Parco della Mandria e nelle aree limitrofe. Lo denuncia Confagricoltura, che ha raccolto l’allarme lanciato dalle aziende che operano nella zona parco e che da anni convivono con l’annoso problema della massiccia presenza di fauna selvatica.
Il presidente di Confagricoltura Torino Paolo Dentis ha scritto al presidente dell’Ente Parchi Luigi Chiappero sollecitando interventi urgenti: “Attualmente – spiega Dentis - i danni sono circoscritti alla distruzione della cotica erbosa dei prati, in proporzioni tali da impedire, in alcune realtà, la raccolta del foraggio nel prossimo periodo primaverile estivo. La nostra preoccupazione riguarda però la semina del mais e delle colture primaverili, operazione che avverrà nei prossimi mesi di marzo e aprile. Se non si interverrà con interventi risolutivi la situazione, già critica, sarà destinata ad aggravarsi in modo irrimediabile”.
L’invito di Confagricoltura è a mettere in atto, senza indugio, interventi incisivi per ridurre la presenza degli ungulati nel territorio e salvaguardare così i prossimi raccolti. Sulla base dei dati riferiti dai tecnici faunistici dell’Ente Parco, ogni anno vengono effettuati oltre 600 abbattimenti, un numero che, pur consistente, non è sufficiente per contenerne la diffusione. Il problema si ripresenta ogni anno e ormai è di grande evidenza non soltanto per gli agricoltori, ma per tutti i cittadini che hanno visto aumentare progressivamente la presenza dei cinghiali anche nelle aree urbane di Torino, così come in altri capoluoghi.
Senza contare, inoltre, l’aumento del numero di caprioli e di lupi, che in varie zone del Piemonte sono responsabili di danni ingenti ai raccolti e agli allevamenti. “La proliferazione della fauna selvatica – conclude Dentis –riguarda tutte le regioni d’Italia. Occorre che le istituzioni, a più livelli, mettano in atto misure efficaci e concrete, che vadano oltre quanto fatto finora”.