Anche da Torino arriva un forte no all'occupazione israeliana in Palestina. La campagna internazionale Open Shuhada Street, partita lo scorso 19 febbraio, fa tappa questa sera alla Cascina Roccafranca (via Rubino 45, ore 21) per un incontro con Muhannad Qafishi e Abed Amro, attivisti dell'associazione nonviolenta palestinese YAS - Youth Against Settlements di Hebron-Al Khalil. Un evento organizzato da Assopace Palestina e Centro Studi Sereno Regis di Torino.
Si tratta di una campagna nonviolenta internazionale (qui in Italia, già passata per Roma, Firenze, Bologna, Piacenza e Milano) per protestare contro le misure di chiusura e di separazione messe in atto dal governo israeliano a Hebron, nel cuore della Cisgiordania. Una città che, vittima di insediamenti isrealiani illegali, è divenuta il simbolo della violazione dei diritti umani.
Si stima che, dalla firma degli accordi di Osolo nel 1993, la presenza di insediamenti israeliani in Cisgiordania sia cresciuta a dismisura. E risale al 2016 la risoluzione dell'Onu per la cessazione immediata e completa di tutte le attività di occupazione in terra palestinese.
Secondo quanto testimoniato dagli attivisti, agli abitanti di Hebron vengono negati la libertà di movimento e il diritto di transitare per intere zone della città, onde evitare il contatto con gli oltre 800 coloni protetti dall'esercito israeliano. Ed è loro vietato, inoltre, l'accesso a Shuhada Street, una strada che, da fulcro economico e sociale della città, adesso si ritrova a essere un deserto blindato dal checkpoint, in cui possono entrare solo i coloni.
Dal 2010 ogni anno, attivisti e organizzazioni di tutto il mondo si riuniscono per rivendicare l'uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, la riapertura di Shuhada Street e la fine della occupazione militare israeliana.
L'incontro di questa sera vuole essere un confronto diretto con chi sta portando avanti questa lotta nonviolenta e pacifista in un territorio da sempre martoriato, dove sono soprattutto le giovani generazioni a non volersi arrendere di fronte all'ingiustizia.