"Non abbiamo firmato nessun accordo sui licenziamenti. Abbiamo sottoscritto un allungamento della procedura di licenziamento che ora vedrà scadere i termini a fine anno. Abbiamo dunque più tempo per trattare ed è quello che volevamo. Non potevamo firmare un accordo che prevedesse licenziamenti".
Arriva proprio sul gong dell'assemblea unitaria dei metalmeccanici la notizia da Roma sul tavolo al Mise tra Embraco, sindacati e Ministro Calenda. Dunque nessun accordo di quelli che erano stati vaticinati in questi giorni. Si riparte da zero, ma con una ritrovata unità d'intenti dei sindacati e parecchi mesi in più per tornare a sedersi a un tavolo e trattare. A riferire alla platea dei delegati è Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm, tra gli ospiti d'onore dell'evento di questa mattina al Sermig.
Verbale su percorso per reindustrializzazione. Dopo il 31/12 invitalia completerà la reindustrializzazione con il fondo sulle delocalizzazioni.
Ecco il video dell'annuncio:
Intanto la stessa Embraco ha diffuso una nota ufficiale, in cui si specifica come "L’incontro di oggi presso il Ministero dello Sviluppo Economico rappresenta un passo importante nell’ambito di un rinnovato spirito di collaborazione tra Whirlpool Corporation, capogruppo di Embraco Europe S.r.l., i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati e le istituzioni italiane a livello nazionale, regionale e locale". "Embraco - prosegue la nota - ha presentato una nuova soluzione alternativa per sostenere i dipendenti di Riva presso Chieri per un periodo di tempo più esteso, mantenendo le proprie attività operative fino alla fine del 2018, e portando avanti al contempo la ricerca di un partner per la reindustrializzazione del sito. Embraco rimane impegnata a lavorare, nelle prossime settimane, in stretta collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori e con le istituzioni per finalizzare un accordo legalmente sostenibile e nei migliori interessi di lungo periodo per tutto il personale coinvolto". Quello che però sembra soltanto un procrastinare il problema più in là è molto di più: in questi dieci mesi, infatti, si lavorerà da un lato per la ricerca di un futuro per lo stabilimento di Riva di Chieri (due gli interessamenti ufficializzati fin qui di realtà che vorrebbero subentrare a Embraco), mantenendo però il posto di lavoro di quasi 500 persone e soprattutto senza collocare una data di "scadenza" dei licenziamenti, che di fatto avrebbe depotenziato qualunque altro ragionamento futuro o trattativa da parte dei sindacati. Inoltre, emergono anche due altri dati di realtà: la ritrovata unità delle maggiori sigle sindacali e, soprattutto, la dimostrazione che non esistono temi "locali", ma argomenti che meritano la ribalta continentale. E un ragionamento che sia concertato e non legato a singole dinamiche nazionali.
"Embraco - commenta Francesca Re David, segretario nazionale di Fiom - trasforma in tema europeo il fatto che è chiaro che non si può pensare di chiudere in Italia e aprire in un altro punto in Europa. Non ci possono essere differenze di salari e di condizioni così ampie tra i vari Paesi". "Il risultato di Roma - aggiunge - fa pensare che Whirlpool si è resa conto che non poteva tirarsi fuori. Ora bisogna capire cosa porterà questa reindustrializzazione e questo fondo tramite Invitalia".
Di seguito, invece, i commenti a caldo di Federico Bellono, segretario torinese di Fiom e di Dario Basso, segretario torinese di Uilm: "La giornata di oggi per i lavoratori di Embraco è un mezzo passo avanti - dice Bellono -, rinvia il licenziamento a fine anno, ma vogliamo la soluzione per i lavoratori anche dal 1° gennaio. Non esiste che Embraco vada via senza prospettive e i lavoratori vengano poi licenziati. Seguiremo il prosieguo di questa discussione a livello torinese e in Regione".
"Il risultato di Roma è solo un primo passo. Ci attivermo - dice Basso - per limitare l'impatto sociale che l'azienda vuole mettere in campo in maniera così virulenta. Lavoreremo per la reindustrializzazione, ma al tempo stesso per vedere se ci sono le condizioni per altri contributi, magari finalizzati all'esodo". "Una comunicazione ufficiale di Embraco ci dice che ci sono due interessamenti, ma sarà nostra cura monitorare questo tipo di attività, perché dall'interessamento ai fatti concreti ce ne passa".
Anche il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, ha commentato l'esito della trattativa di Roma: "Ringrazio anzitutto il ministro Calenda, perché ha avuto un ruolo determinante nella vicenda. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci proponevamo, cioè il congelamento dei licenziamenti fino a tutto il 2018, e l’avvio di un serio lavoro per la reindustrializzazione dell’impianto, con l’impegno, oltre che di Embraco, anche di Invitalia, che sarà attiva su questo fronte per tutto il 2019. Da oggi inizia per tutti noi la vera sfida, quella di trovare soluzioni nuove che possano garantire piena occupazione a tutti i 500 lavoratori e lavoratrici di Embraco. Un obiettivo che è raggiungibile".
Ma riavvolgendo il nastro di qualche minuto, lo scenario era stato completamente diverso fino a pochi minuti prima. L'attesa di notizie da Roma aveva infatti scandito l'intera mattinata di lavori e di interventi. Fino a quanto, sulla base dei primi resoconti da parte dei sindacalisti al Mise, la stessa Re David aveva annunciato, accolta da un applauso scrosciante, che l'ipotesi sul tavolo è quella della sospensione ai licenziamenti per Embraco fino al 2019, per aprire un margine di tempo entro il quale gettare le basi di una reindustrializzazione.
Ma subito dopo era emerso come, sulla base di questa proposta di accordo, era stata fissata una data: dunque non era una proposta che avrebbe cancellato i licenziamenti, ma solo congelati, spostandoli solo al 30 novembre. "Una proposta così non può essere accettata. A chi mi dice se sono ottimista, rispondo che sono determinato. E solo così possiamo ottenere risultati", aveva preso la parola Carmelo Barbagallo, segretario nazionale Uil, raffreddando gli umori dell'assemblea dei metalmeccanici riuniti al Sermig di Torino. "Le multinazionali vanno colpite nel portafoglio - ha anche aggiunto - e non ci parlino di libertà di impresa. Se ricevono fondi pubblici, devono restituirli prima di andarsene".
Poi l'annuncio definitivo, la chiarezza sugli accordi presi e la strada da seguire nei prossimi mesi. In attesa della manifestazione dei metalmeccanici - unitaria - del 13 marzo.
Intanto, però, proprio Bellono è tornato sulla questione cercando di moderare gli entusiasmi. "In queste ore c'è un rincorrersi di dichiarazioni su Embraco decisamente fuori misura. Il rischio è che la vigilia elettorale giochi brutti scherzi. Ad oggi i licenziamenti sono solo rinviati, una boccata di respiro importante per le persone, ma non risolutiva. Il nodo irrisolto, e che va comunque chiarito, è cosa succederà quando i licenziamenti verranno scongelati, se cioè il fatto che Invitalia "si farà carico dei lavoratori..." significa che non ci saranno in ogni caso licenziamenti fintanto che non sarà stata individuata una soluzione per tutti. Solo a fronte di questa certezza si potrà parlare di un accordo non a sproposito, come invece troppi stanno facendo in queste ore".