Economia e lavoro - 26 marzo 2018, 13:12

Embraco, domani il nuovo vertice. Ma stavolta i lavoratori si fanno trovare pronti

Dopo la riunione infruttuosa tra Sindacati, Regione e azienda della scorsa settimana, alle 13 di domani si riparte. Mentre i dipendenti dichiarano lo sciopero

Embraco, domani il nuovo vertice. Ma stavolta i lavoratori si fanno trovare pronti

La scorsa settimana il vertice era atteso da molti come poco più di una formalità. Un momento "tecnico" in cui sindacati, Regione e azienda avrebbero dovuto semplicemente siglare l'accordo già ampiamente delineato al Mise, alla presenza del ministro Carlo Calenda. Invece no, tutto è slittato (ancora una volta) e domani, a partire dalle 13, ci si riprova a scrivere la parola fine alla vicenda Embraco.

Ma se l'altra volta, fuori da via Magenta, l'atmosfera era del tutto tranquilla, con pochi poliziotti a controllare che nulla accadesse, questa volta i lavoratori vogliono essere maggiormente partecipo. E così, in vista di domani, è stato dichiarato uno sciopero di 8 ore sui tre turni. Uno strumento che permetterà loro di essere presenti a manifestare alle 9 davanti all'Amma di via Vela - dove si terrà la trattativa sindacale - e alle 13 (spostandosi in corteo) tornando proprio in via Magenta, sede di trattativa istituzionale.

Dopo il rinvio della trattativa dello scorso 22 marzo presso la Regione, domani si discuteranno gli incentivi all’esodo volontario e dovrebbe essere ratificato il verbale siglato il 2 marzo al ministero dello Sviluppo economico che prevede la proroga dei licenziamenti fino al termine del 2018, l’avvio di un percorso di reindustrializzazione e di ricollocazione dei lavoratori.  

“Nel precedente incontro non è stato possibile giungere a un’intesa perché la proposta aziendale sul piano di incentivi all’esodo non era allineata con le giuste aspettative dei lavoratori - Dichiarano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco per la Uilm -  Dall’incontro di domani ci aspettiamo che, in coerenza con l’impegno sottoscritto dall’azienda al Mise, si giunga alla proroga dei licenziamenti e, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e con l’utilizzo degli strumenti a disposizione, inizi un percorso mirato alla ricollocazione di tutti i 537 lavoratori della Embraco".

"Auspichiamo inoltre che si entri nel merito della reindustrializzazione con un maggiore livello di dettaglio sui potenziali investitori interessati a insediarsi”, concludono i due sindacalisti.

"Domani ci aspettiamo di concludere quanto non si è riuscito a fare la settimana scorsa in merito alla proroga fino a fine anno dei termini previsti dalla legge sulla procedura di licenziamento collettivo, così come previsto dal verbale di accordo del 2 marzo presso il Mise e i relativi incentivi soddisfacenti per quella parte di lavoratrici e lavoratori che possono essere interessati all'esodo volontario - commentano Lino La Mendola e Ugo Bolognesi della Fiom Cgil di Torino -: questo al fine di aprire la pagina più importante, prevista dall'accordo del 2 marzo, per la quale si sono fatte tutte le iniziative in questi mesi e che riguarda la ricollocazione di tutti i lavoratori attraverso la reindustrializzazione del sito di Riva presso Chieri. Per questo la Fiom Cgil a partire da un minuto dopo la chiusura dell'accordo di prolungamento della procedura chiederà, così come dichiarato dallo stesso ministro Calenda, che si apra il tavolo negoziale presso il Mise affinché si conoscano i potenziali investitori e i relativi piani industriali, che per quanto ci riguarda debbono occupare tutti i lavoratori e salvaguardare i diritti acquisiti dagli stessi".

Massimiliano Sciullo

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