Economia e lavoro - 27 marzo 2018, 06:12

La moda del pacco da casa dei meridionali a Torino

Protagoniste sembrano essere le tipiche prelibatezze culinarie e gastronomiche, a cui tutti gli emigrati non possono certamente rinunciare.

La moda del pacco da casa dei meridionali a Torino

Per fare sentire meno distanti dalla propria terra gli ormai numerosi meridionali a Torino, emerge negli ultimi tempi la “moda del pacco” spedito dal sud. Protagoniste sembrano essere le tipiche prelibatezze culinarie e gastronomiche, a cui tutti gli emigrati non possono certamente rinunciare. Segue l’abbigliamento e l’oggettistica che spesso vengono spediti per una questione di comodità e praticità. 

Oggi, non è difficile notare come sia pregnante la presenza dei meridionali a Torino. È facile imbattersi in questa realtà che caratterizza, ormai da molto tempo, il capoluogo piemontese. Infatti, non è inusuale incontrare per strada o alla fermata del tram un ragazzo che chiedendo un’informazione non riesce di certo a celare il suo caratteristico accento meridionale. Anche entrando in un qualsiasi supermercato, pub del centro o ristorante la situazione non sembra essere diversa. Qui, per esempio, è facile imbattersi in una lunga chiacchierata con il brioso salumiere napoletano o rispettivamente non si può non notare la verve del cameriere siciliano che allieta i clienti con la sua peculiare simpatia. Ma a fare da padrone è certamente il contesto lavorativo. Gli uffici, le scuole, le attività commerciali sono stracolmi di impiegati o dipendenti tutti provenienti dall’Italia meridionale (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia) e tutti emigrati al nord per lo stesso motivo.

L’immigrazione meridionale a Torino è un fenomeno sviluppatosi negli anni del boom economico, quando si lasciava per esigenze economiche la propria terra che, seppur meravigliosa, non riusciva ad offrire ciò che è fondamentale per la vita dell’uomo: il lavoro. Numerosi furono coloro che decisero di trasferirsi in questa città, sede di numerose fabbriche (prima fra tutte la Fiat), con la speranza di trovare un’occupazione che permettesse loro di poter vivere adeguatamente insieme alla propria famiglia.

Attualmente, anche se trascorsi moltissimi anni, le cose non sembrano molto cambiate e l’immigrazione dei meridionali al nord risulta essere in continua crescita. Tantissimi sono, per esempio, i giovani che hanno scelto di trasferirsi a Torino: studenti, professionisti, commessi e soprattutto insegnanti.

L’esistenza di un numero sempre maggiore di meridionali è visibile, non solo nella vita di tutti i giorni, quella che potremmo definire la “vita reale”, ma anche nella cosiddetta “vita virtuale”, quella del web in cui oggi siamo abituati spesso a “vivere”.

È proprio attraverso un famoso social network che nasce, cresce e si sviluppa la realtà dei “Meridionali a Torino”. Questo è il nome del gruppo Facebook, che oggi conta più di 15.000 membri, fondato da un giovane tarantino trasferitosi al nord per lavoro. L’obiettivo è quello di unire e aggregare tutti i meridionali che si sono ritrovati a vivere a Torino e provincia. Qui gli iscritti interagiscono tra di loro, scambiandosi numerosi consigli e pareri. Il gruppo risulta essere molto utile per chi, emigrato al nord, è in cerca di una casa in affitto, per chi vuole tenersi aggiornato sugli eventi che si svolgono in città, per coloro i quali sono alla ricerca del ristorante o della pizzeria migliore in zona, e per tante altre informazioni. Ciò che caratterizza principalmente il gruppo è che gli utenti si sentono una grande famiglia e questo permette loro di sentirsi meno lontani da casa. Non mancano, infatti, le foto delle orecchiette o della lasagna al ragù della domenica, delle zeppole il giorno di San Giuseppe, dell’arancino o dell’arancina (con conseguenti commenti discordanti, riguardanti il genere femminile o maschile della suddetta prelibatezza siciliana), della pastiera napoletana e così via.

Ma tra le numerose foto postate, sicuramente quelle che prevalgono riguardano i moltissimi pacchi che i meridionali ricevono dalla proprie famiglie. Questi contengono di tutto (vestiti o oggetti dimenticati, regali nel periodo natalizio) e soprattutto cibo: taniche di olio, conserve, salami sottovuoto, pasta casereccia, vini, formaggi, dolci tipici, frutta secca, arance e limoni. Ormai quella del pacco spedito dal sud, sembra essere diventata una moda. Tutto questo è possibile grazie al lavoro svolto dai cosiddetti “spedizionieri” del terzo millennio, cioè aziende leader nel settore della spedizione in Italia e non solo, come Spedireadesso.com, che collaborando con i migliori corrieri espressi sono in grado di accorciare le distanze fisiche e far sentire più vicino chi è lontano.

D’altronde, spedire un pacco è un’operazione molto semplice, pratica e veloce. Prepararlo lo è ancor di più: bisogna mettere all’interno tanto amore e affetto e chi lo riceverà non farà altro che esserne grato, perché dentro di esso sentirà il calore della propria famiglia. Il pacco arriverà direttamente a casa del destinatario in pochissimi giorni. Spedire un pacco al vostro familiare che vive lontano, potrebbe essere anche una questione di comodità, considerato che spesso le compagnie aeree non permettono di portare a bordo tanti bagagli e imbarcarli ha sicuramente un costo maggiore. Il meridionale che riceverà il pacco, dopo averlo scartato, sarà sicuramente travolto da un’immensa gioia e sentirà meno la nostalgia della propria casa.

“Vorrei essere meridionale solo per ricevere i pacchi dal sud”; “Quando arrivano i pacchi dal sud tutti si sentono felicemente meridionali”; “Quando al nord patisci la fame arrivano i pacchi dal sud”; scrivono i numerosi utenti della pagina “Meridionali a Torino”.

Dunque, un pacco che viene spedito dal meridione non è importante solo per ciò che contiene, perché alcuni prodotti sono facilmente reperibili anche al nord, ma ciò che conta è che all’interno ci sono i prodotti della propria terra, i sapori della propria casa. Perché un pacco che arriva dal sud non è solo cibo, ma è una splendida emozione, è un tuffo nei ricordi, è soprattutto uno scaldare il cuore.

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