“Non sono un burocrate, sono un medico, sono un elettore, sono un cittadino come voi!” Quasi lo grida il Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, davanti al pubblico raccolto nell'aula magna alla Cavallerizza per l'incontro su “Salute, Alimentazione e il futuro dell'Europa”, organizzato dall'Università di Torino nell'ambito di un serie di appuntamenti che propongono un dialogo tra cittadini e istituzioni europee.
E dialogo è stato. Andriukaitis è, inaspettatamente, per chi si aspettava una grisaglia grigia, un'esplosione di interventi, risposte, provocazioni, domande ai presenti che ha arringato ma da cui ha preteso risposte, osservazioni, interventi. Senza mai sottrarsi al confronto, anche sulle questioni più divisive: ogm, vaccini, ruolo stesso dell'Europa.
L'Europa ha un grande primato, è al massimo livello nel mondo per ciò che concerne la sicurezza alimentare, tanto da essere ritenuta un modello anche in Paesi come la Cina che ha scelto di seguire gli standard europei invece di quelli americani, dice il Commissario. Una buona alimentazione è sinonimo di prevenzione, soprattutto per i bambini. Nutrirsi in modo corretto significa alleggerire la sanità: se si sviluppa una cultura della prevenzione attraverso una buona alimentazione gli ospedali saranno dedicati ad una parte più limitata di malati rispetto a quanto accade ora.
Bisogna partire dai bambini, monitorare il loro stato di salute e avere ben presente che l'obesità può evolvere verso altre malattie. “Prevenzione è meglio della cura, ripetete con me: prevenire è meglio che curare” esorta rivolto al pubblico. Eliminare il cibo di bassa qualità, questa è prevenzione. “Il fast food è la commercializzazione delle nostre vite, lottiamo contro la commercializzazione delle nostre vite!”. Andriukaitis conosce Carlin Petrini, non lo condivide in tutto ma, dice, “lui è fantastico”.
E ancora, un invito a fidarsi della scienza e non di internet e delle “fake news”, “anche se questo termine non mi piace”: è il comun denominatore quando parla di ogm e di vaccini: “Non diffondete paura, gli scienziati possono aiutarci”, esorta. Un fiume in piena , anche alimentato dalle domande del pubblico di studenti e non, presente in sala. Cosa ne pensa degli insetti come alimentazione per gli uomini? “Ho assaggiato gli insetti, fonte di proteine, hanno un gusto dolce e io sono ancora vivo”, scherza. E ricorda come nella Bibbia si racconta di San Giovanni che nel deserto mangiava miele e insetti.
La sicurezza in Europa sta anche negli accordi commerciali che richiedono, per introdurre in Europa un alimento, che siano soddisfatti gli alti standard europei. Certo, i problemi non mancano: ad esempio la mancanza di armonizzazione quando si tratta di indicare le caratteristiche di un alimento, meglio sarebbe un sistema unico per tutta Europa, per il momento accade su base volontaria e questo, dice il Commissario, crea disarmonia: “ Celebreremo il 25ennale del mercato unico, sarebbe bello introdurre qualcosa di unico.
Ma sempre è fondamentale il senso responsabilità individuale, ad esempio se si parla di inquinamento. Andriukaitis arringa i presenti, si alza, si siede, si toglie le cuffie per la traduzione, interpella qualcuno del pubblico, insiste:” Dobbiamo fare di più, ciascuno di noi deve fare di più, io sono pronto. Facciamo di più per rendere l'Unione europea più attraente per tutti noi”. Poco prima è stato chiesto in sala a tutti i presenti di scrivere il primo vocabolo che viene in mente pensando all'Europa e viene proiettata la nuvola delle parole. La più grande è:“opportunità”.
Alla fine applausi non di rito e selfie degli studenti con il Commissario. La diretta dell'incontro, diffusa online da Torino Oggi, resta visibile sulla pagina facebook del giornale. Le domande poste online che non sono state lette in sala saranno comunque sottoposte a Vytenis Andriukaitis. Nell'aula magna dell'Università, alla Cavallerizza, martedì 27 marzo si è dialogato con un'Europa comprensibile, umana, vicina, fatta di persone che cercano la via per un futuro migliore.
In fondo, l'Europa che vorremmo.