Eventi - 29 marzo 2018, 08:15

Poesia e musica indiana fanno l’amore al Teatro Baretti

Questa sera Max Ponte e Riccardo Di Gianni portano in scena il reading “Poesie d’amore con il sitar”: “un inedito paesaggio sonoro-letterario dai contorni ipnotici”

Poesia e musica indiana fanno l’amore al Teatro Baretti

In origine lirica e musica andavano sempre a braccetto, inseparabili. Gli antichi poeti greci cantavano – letteralmente – i propri versi in occasione di simposi, feste, o nell’intimo di un’alcova in compagnia della donna amata. Solo successivamente la poesia è diventata un qualcosa di privato, personale, da leggere in silenzio, da soli.

Quello che si vuole ricercare, questa sera, al Teatro Baretti, è proprio la dimensione collettiva e partecipativa della rapsodia: “Poesie d’amore con il sitar” è il perfetto connubio artistico tra i versi suadenti di Max Ponte e la musica evocativa di Riccardo Di Gianni, che restituisce all’oralità il suo grande valore comunicativo ed emozionale.

Trovare dei sitaristi in Italia è piuttosto difficile. Eppure l’incontro casuale tra i due protagonisti della serata, durante una festa indiana, non poteva che dare frutti molto interessanti. “Cercavo uno strumento significativo per le mia poesie”, spiega Ponte, che per l’evento ha selezionato venti componimenti dal volume “56 poesie d’amore” (2016), oltre a sei inediti. “Il sitar rende benissimo, tra l’altro, l’evoluzione della cetra antica. Il nostro è stato uno scambio alla pari, tra amici: abbiamo visto che questa alternanza funzionava, ed ecco nascere lo spettacolo”.

La poesia è sempre un po’ ostica alla gente – continua – ma, prima di iniziare la performance, spiegheremo alle persone cosa fa un poeta, com’è nata in origine la sua materia. Questo perché, nell’epoca attuale, concepiamo la poesia unicamente scritta, dimenticando le sue radici orali”.

Le poesie sono state scelte in base alla loro intrinseca natura performativa. Ponte, poeta sperimentale e anticonformista, ha sempre voluto rendere visibili e tangibili le proprie creazioni, manifestandole al pubblico sotto forma di messa in scena. E l’obiettivo dell’evento sarà quindi quello di coinvolgere appieno il pubblico andando a risvegliargli le corde del cuore, le pieghe dell’animo: “Le performance teatrali che le persone generalmente apprezzano – dice Ponte – sono quelle comiche, quasi demenziali. Ma non possiamo far scadere tutte le arti in questo modo. Bisogna mettersi nell’ottica di entrare in un mondo che fa riflettere, evocando nostalgia, distanza, attaccamento, gioia. Del resto, come diceva Calvino, la poesia è far stare il mare in un bicchiere”.

Al termine della serata interverranno altri tre poeti (Andrea Laiolo, Riccardo Mereu, Enrica Merlo) per una chiusa con i loro componimenti.


Manuela Marascio

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