Nelle pagine dello stesso libro ci sono il dramma umano di una persona morta tragicamente, ma anche la speranza che - in tempi di crisi come questi - sono proprio gli operai a poter salvare le aziende in crisi per cui lavorano. E dunque se stessi.
Si chiama "Riscatto. Una storia vera d'amore e fabbrica" il volume scritto da Alessandro Principe e che racconta la vicenda della Intec, fabbrica di Sommariva Bosco che - sul punto di fallire - viene rilevata da una cooperativa di dipendenti, che la ribattezzano CIP. Alla loro guida, Bernardo Saglietto, che però muore tragicamente proprio il giorno dopo aver firmato l'acquisizione.
Un racconto quasi incredibile, che accanto alle beffe dell'esistenza dimostra però una strada. Indica una via che in tempi di aziende in crisi può suonare molto attuale. Si chiama infatti "working buyout" l'operazione che prevede l'affitto e poi l'acquisto (o direttamente l'acquisto) di un'impresa in crisi da parte dei suoi dipendenti, dando continuità sia alla produzione che all'occupazione. Spesso tramite i TFR, ma anche con fondi regionali e statali. E accanto alla storia della Cooperativa Italiana Pavimenti in Piemonte ci sono anche quelle della Nuova Crumiere di Villar Pellice, la Comer di Ponte Canavese e la cartiera Pirinoli di Roccavione.
"Sfide che vale la pena di giocare - dice l'assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero - che porta con sè idee importanti, ma anche un cambio culturale per chi da dipendente diventa imprenditore. E poter utilizzare la cooperazione "buona" è uno strumento prezioso. Non solo per aziende in crisi, ma anche per quelle situazioni in cui le imprese rischiano di chiudere per raggiunti limiti di età del titolare".