Due indizi fanno una prova. E pazienza se di solito ne servono tre. Dopo la rilevazione di Fiaip, infatti, anche Fimaa-Ascom conferma che il mercato immobiliare di Torino e provincia vive un momento di ripresa, con un aumento delle compravendite, ma al tempo stesso i prezzi non crescono, soprattutto per le aree meno interessate da interventi di riqualificazione.
Numeri alla mano, nel corso del 2017 gli scambi a Torino sono stati 12.940, mentre nei Comuni della cintura si è arrivati a 15.752. Gli aumenti, rispettivamente, sono stati del 5 e del 3,8%. Ma come detto, il valore al metro quadro non ha seguito la stessa tendenza. Soprattutto in quelle aree (precollina, collina, ma anche periferie) in cui sono meno evidenti le iniziative di riqualificazione degli edifici. Oppure la domanda di sistemazioni di studenti. Decisamente migliore la situazione in zone come Gran Madre, Cit Turin o Cenisia.
Sul mercato degli immobili di impresa, si segnala un distacco tra la domanda, abbastanza vivace per immobili nuovi o ristrutturati (uffici) con impianti ad alta efficienza energetica, e l’offerta, che permane purtroppo composta da vecchi edifici. Novità assoluta per Torino l'inaugurazione di due centri di Coworking a rappresentare un certo interesse per edifici che si discostano dalle classiche soluzioni strumentali. Per i negozi invece la domanda per acquisto e il mercato “vero” si concentrano nelle tre vie principali del centro (Roma, Garibaldi e Lagrange) mentre si assiste ancora alla chiusura di varie attività commerciali, specialmente di piccoli negozi, in zone semi-periferiche e periferiche.
“Da sempre - commenta Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia - il commercio e l’immobiliare rappresentano due sensibili cartine di tornasole per la nostra economia. Analizzando i dati macro-economici ci si accorge che le prime avvisaglie delle difficoltà degli ultimi dieci anni, così come i dati che dal 2014 ci segnalano che il vento sta lentamente cambiando, provengono proprio da questi due comparti di riferimento”.
“Questa univocità di segnali – continua la presidente Coppa – la ritroviamo soprattutto nel momento in cui i due mondi si incontrano e si sposano, basti rammentare gli innumerevoli accordi di riduzione del canone di locazione, sottoscritti tra le parti per la volontà di condividere un percorso diventato comune per il proprietario e per il negoziante inquilino".
"Non posso che notare quindi con piacere che questa pubblicazione contiene anche la sezione dedicata proprio ai valori di compravendita dei negozi, numeri direttamente collegati alla capacità dell’immobile commerciale di fornire un reddito ai suoi proprietari”.