Una grande riconversione nel segno della bellezza condivisa: così gli scheletri della grande industria si aprono ai cittadini per un evento corale e popolare, proprio in uno dei giorni in assoluto più aggregativi per la società.
Il “Ballo_1945_Grande adagio popolare”, che si terrà il 1° maggio allo Spazio MRF di corso Settembrini, musicato dal vivo da Michele Rabbia, è la principale azione partecipativa di “La Città Nuova – Giovani, lavoro e comunità in cammino”, un progetto multidisciplinare, attento alle trasformazioni della città e del tessuto sociale, ideato da Associazione Didee in partenariato con Filieradarte e Merkurio. Suo scopo principale è quello di valorizzare la cultura come portatrice di educazione civica, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le generazioni dei cittadini attraverso forme artistiche inconsuete e stimolanti, all’interno di spazi urbani da rigenerare.
Un percorso sviluppato nell'ambito del "Bando Polo del '900", destinato ad azioni che promuovano il dialogo con la contemporaneità usando la partecipazione culturale come leva per l’innovazione civica. E questa nuova progettualità vuole proprio sondare il possibile ruolo sociale delle arti performative partecipate, in particolare come risorsa per la comunità intera. Nel vasto programma – che durerà fino a novembre 2018 – confluiscono percorsi laboratoriali, incontri tematici, appuntamenti formtivi, performance, reading, e tanto altro ancora.
Nel 2016 il luogo scelto per la coreografia di “Altissima povertà”, firmata Virgilio Sieni, è stata la Reggia di Venaria. Quest’anno si abbandonano sfarzo e regalità e si scende nei meandri della fabbrica, uno dei simboli del passato industriale torinese ora in cerca di una nuova vita, risollevandosi continuamente. Un’area di circa 100 mila metri quadrati che, grazie all’intervento di Tne (Torino Nuova Economia) con un concorso di idee avviato nel 2015, ha già ospitato diversi eventi e manifestazioni capaci di attirare partecipanti da tutta la città. Tra le tante occasioni di rilancio, spicca in particolar modo il film “Mirafiori Luna Park” del regista Stefano Di Polito, che ha fatto da cicerone nel sopralluogo preventivo del ballo.
Il coreografo Sieni, che sta portando avanti le prove nelle sale del complesso Hangar 25, è alla guida di cittadini di tutte le età, performer, e danzatori più o meno esperti, uniti in uno stesso spazio per "ritrovarsi, conoscersi e mettersi in cammino riflettere sulle qualità del gesto e su come queste possano fungere da dispositivo che, aprendo all'ascolto, scuote e rigenera posture e dinamiche fondative dell'uomo". Soggetti prima estranei l'uno all'altro che improvvisando "prendono atto della necessità di sospendersi, di vivere appieno il senso del corpo politico necessario alla vita partecipativa".
Cioè che si crea, in un ballo del genere, è la cosiddetta "comunità del gesto", dove i contatti tra i membri si intensificano man mano che ciascuno prende consapevolezza di sé, degli altri e della relazione con l'ambiente. Un'azione coreografica dalla forte valenza rituale, in cui il ballo assume la forma di un cammino comune, un viaggio condiviso, riscoprendo con stupore la potenza di ogni gesto.