“Il caravan era la casa di Django Reinhardt, il padre fondatore del jazz interamente europeo. Ma è anche metafora di una dislocazione geografica: abitiamo lontani e, anche solo per effettuare le prove, necessitiamo di lunghi spostamenti da Torino a Varallo. Inoltre, io, Lorenzo e Federico ci siamo conosciuti nel 2009 a Perinaldo, in occasione di un percorso musicale lungo una settimana che si svolge annualmente nell’entroterra ligure: un vero e proprio viaggio in mondi e atmosfere sonore”.
Così è nato, come racconta uno dei suoi fondatori, Vittorio Ostorero, il progetto del Caravan Trio, che oggi, alle ore 12, si esibirà ai Laboratori di Barriera, nell’ambito del Torino Jazz Festival, per presentare il suo primo lavoro discografico, Caravan: una sfida originale che filtra le sonorità manouche accostandole al suono arrangiato e curato tipico della musica pop.
Un disco frutto di anni di intensa ricerca e appassionata curiosità. Infatti, “Lorenzo, fautore del gruppo – continua Vittorio – ha scorto nella musica gipsy una valvola di sfogo per il suo desiderio di conoscenza e arricchimento: ha, dunque, comprato una chitarra manouche, differente da una acustica e volta ad accompagnare il cosiddetto ‘pompe manouche’, e ha coinvolto me e Federico”.
“I primi anni sono stati caratterizzati da una lunga serie di live, atti a diffondere il più possibile il repertorio di Django Reinhardt, in una chiave che oserei definire maledettamente romantica: da sempre, infatti, preferiamo il romanticismo al virtuosismo, facendo, del primo, la nostra cifra stilistica”.
Il progetto, quindi, è cresciuto, evolvendosi, e ha accorpato nuovi membri: Oliver, nel 2014, dapprima come sostituto di Lorenzo, divenuto padre, e, in seguito, in qualità di vera e propria incarnazione dello spirito del gruppo e componente più giovane, e, nel 2015, due donne, Yendry e Anaïs.
“Il collettivo era, in questo modo, al completo – aggiunge Vittorio –, pronto per realizzare un lavoro folle, figlio della necessità di introdurre sul mercato un prodotto nuovo, fresco, che ci consentisse di distinguerci in un panorama musicale gipsy particolarmente ricco di talenti”.
Ed è così che, nel 2017, nasce il primo album del Caravan Trio, una “scelta radicale, una sfida ardua e lunga, portata a termine grazie alla collaborazione con l’etichetta JCT Torino, che ha fermamente creduto nella bontà del nostro progetto, al supporto di Fabio Piotto, direttore artistico e promotore di idee folli, e Cristian Demaestri di Punto Rec, che, insieme al primo, ha curato il mix e il mastering dell’album”.
Una miscellanea, dunque, di differenti passioni musicali, che coniuga musica gitana, raggae, musica classica, elettronica, rock, jazz e folk, e trova, nei suoi componenti – Anaïs Drago al violino, Yendry Fiorentino alla voce, Federico “Chicco” Tosi al contrabbasso, Lorenzo Panero, Oliver Crini e Vittorio Ostorero alla chitarra manouche –, la sua massima libertà di espressione: libertà che conduce gli ascoltatori in un viaggio oltre i confini della musica stessa.