Eventi - 06 maggio 2018, 13:25

Marco Berry si allena come gli astronauti per dire che “è possibile”

Parte il progetto “Yes, it’s possible”, presentato alla Altec di corso Marche. L’intento è dimostrare che i sogni possono essere realizzati lottando. Berry: “Ho fatto una promessa”

Marco Berry si allena come gli astronauti per dire che “è possibile”

Una nuova sfida, lanciata a se stesso per superarsi ancora e dimostrare che “è possibile”. Il nuovo progetto di Marco Berry, presentato ieri alla Altec di corso Marche, che fornisce servizi ingegneristici e logistici alla Stazione Spaziale Internazionale, è un percorso di allenamento serrato che porterà l’ex Iena ad affrontare tutte le prove che normalmente sostengono gli astronauti prima di salire a bordo di uno shuttle. L’obiettivo è dare prova della concretezza dei sogni. “Ci vuole impegno – ha spiegato Berry – e bisogna lottare, ma non bisogna mai smettere di sognare”.

Tutto è cominciato qualche anno fa, con una promessa fatta a un ragazzino. “L’ho conosciuto – ha spiegato Berry – quando si trovava in una situazione difficile. Era sovrappeso, per questo complessato, bullizzato, con tutte le materie scolastiche insufficienti. Era demotivato, diceva di non avere più sogni”. A quel punto, Berry decise di fare qualcosa per dimostrare che, invece, i sogni c’erano eccome e che chiunque dovrebbe averne.

L’incontro con l’astronauta Maurizio Cheli, figura eclettica, ha spinto Berry verso il percorso degli astronauti. E così, con il progetto “Yes, it’s possibile”, ora si sottoporrà a tutti gli allenamenti di chi decide di andare nello spazio. Nel frattempo Maurizio Cheli è sull’Everest e, tempo permettendo, intorno al 20 maggio dovrebbe arrivare in cima.
Tra un modulo marziano e la ricostruzione del terreno tipico del “pianeta rosso”, Berry ha spiegato in cosa consisterà la sua sfida.

Seguito dal nutrizionista Matteo Pincella, dovrà perdere ben 12 chili seguendo uno strettissimo programma di diete e allenamenti, in compagnia dei preparatori Stefano e Luciano Gemello. “Ho iniziato da una ventina di giorni – ha ammesso Berry – e ho già perso 5 centimetri in vita”. Ma al progetto collabora anche lo psicologo e psicoterapeuta Beppe Vercelli.

Una volta entrato in forma, Berry passerà alla seconda fase: le prove di sopravvivenza. Dalle grotte della Sardegna alla Siberia, fino a ben 24 ore in mare aperto, per prepararsi a ogni genere di condizione atmosferica all’eventuale rientro sulla Terra. E poi, una volta terminato tutto, dovesse saltar fuori la possibilità di fare un viaggio nello spazio anche per i “civili”, Berry potrebbe essere già preparato. “Questa è una grandissima idea – ha commentato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – utile anche a portare all’esterno lo stesso tipo di passione che viviamo ogni giorno nella ricerca”.

 

Paolo Morelli

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