Economia e lavoro - 07 maggio 2018, 11:49

Sigit sogna il suo Innovation Center e apre la strada a un nuovo modo di fare "gare" di architettura (FOTO)

Il gruppo attivo nel settore plastica ha rivelato i quattro progetti finalisti per ripensare l'area di corso Orbassano, che è stata sede storica della tipografia Mario Gros

Sigit sogna il suo Innovation Center e apre la strada a un nuovo modo di fare "gare" di architettura (FOTO)

Fino a dieci anni fa è stata la sede storica della tipografia Mario Gros (nulla a che fare con l'eroe dei videogiochi), ma da dieci anni è caduta in disuso.

Ora, però, quest'area di corso Orbassano sta per diventare la cornice del futuro Innovation square center del gruppo Sigit - attivo nella plastica - e, insieme a una nuova vita, ha deciso di essere pioniere di un metodo innovativo per organizzare le cosiddette "gare" di architettura. Concorsi che scegliendo tra varie proposte devono selezionare il progetto migliore.

Il metodo usato per Sigit è decisamente rivoluzionario: taglia i tempi pur rispettando i parametri del Codice degli Appalti e, dopo aver mantenuto l'anonimato nella prima fase della selezione, ha rivelato oggi i quattro "finalisti" che si contendono il traguardo finale. Si tratta di Andrea Basile, Francesco Vai, Tiziana D'Angelantonio e Matteo Benigna: ora potranno dialogare con i committenti in quello che è molto simile a un affidamento fiduciario.

Oltre mille i professionisti che hanno preso visione del bando, 162 sopralluoghi e 49 progetti per 181 professionisti coinvolti. L'iniziativa è stata condotta da Unione Industriale, Ordine architetti Torino, Fondazione per l'architettura, oltre ovviamente a Sigit. "Un progetto che va nella direzione dell'innovazione e degli investimenti sul territorio che stiamo sostenendo con forza - ha commentato Dario Gallina, presidente dell'Unione Industriale di Torino - e per questo siamo soddisfatti, considerandolo un modello importante per ravvivare il nostro territorio, stimolando gli investimenti e i contatti con i giovani architetti".

Proprio la struttura della call sul futuro di Torino lanciata dagli stessi industriali "Domani.To" in vista dell'assemblea di giugno alla Nuvola di Lavazza. "Un progetto molto bello e importante per la città - aggiunge Alberto Sacco, assessore comunale a Commercio e Lavoro - che mi ha subito entusiasmato. Anche grazie alla presenza in Sigit di un fondo sovrano (Oman, ndr) che permette a Torino di fare una buona figura nel mondo. Vogliamo portare utilità al territorio ed è per questo che sosteniamo questa modalità di fare sistema".

"L'iniziale anonimato mette al centro il progetto e non il grande nome o il curriculum - sottolinea Massimo Giuntoli, presidente dell'ordine architetti di Torino - e una procedura di questo genere ha anche meritato una ribalta superiore rispetto a quella che avrebbe ricevuto una scelta privata di un professionista". "Bisogna trovare un modo per fare in modo che gli imprenditori siano ancora più sensibili a questo tipo di selezione".

"Ci sono due modi per cambiare il mondo - dice Alessandro Cimenti, presidente della Fondazione per l'architettura -: uno è lo sconto, l'altra è la competizione. Ovviamente io scommetto sulla seconda, per ottenere il meglio possibile con un budget già fissato. E senza dimenticare che un'iniziativa simile regala anche ottima visibilità a chi la organizza".

A tirare le fila, Emanuele Buscaglione, ad di Soag Europe SA: "Porteremo in questo spazio il mosto engineering, con circa 120 persone presenti grazie anche alla collaborazione con altre eccellenze del settore. Così vogliamo trattenere i giovani sul territorio dando loro un'opportunità. E abbiamo ottenuto numeri che non ci aspettavamo".

Ora c'è da compiere l'ultimo sforzo, per costruire un pezzo della Torino che verrà, a livello urbanistico, ma anche economico.

Massimiliano Sciullo

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