Attualità - 09 maggio 2018, 09:33

Opera Viva Barriera di Milano: scade l’11 maggio la call per gli artisti

Il tema sarà “Le rive di un altro mare”, dall’omonimo libro di fantascienza di Chad Oliver: un inno alla mixité e a un nuovo modo di vivere le città ispirato alla mescolanza

Opera Viva Barriera di Milano: scade l’11 maggio la call per gli artisti

Scade venerdì 11 maggio il termine entro il quale gli artisti interessati potranno proporre i propri progetti in vista di Opera Viva Barriera di Milano 2018: il cartellone di sei metri per tre in piazza Bottesini che è divenuto, ormai, un appuntamento trasversale atteso da molti, dagli abitanti del quartiere agli appassionati d’arte, in una fruizione vissuta sia dal vivo, sia attraverso la rete.

Ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto da Flashback – la fiera di arte antica e moderna che, quest’anno, si terrà al Pala Alpitour dall’1 al 4 novembre –, il progetto reca con sé la scommessa di immettere l’arte in luoghi non deputati alla stessa e di coinvolgere persone non necessariamente interessate alla scena artistica. I temi sui quali gli artisti succedutisi in questi anni hanno riflettuto, attraverso i loro manifesti, inoltre, sono argomenti che posseggono una stretta relazione con il posto in cui le opere vengono installate: identità, inclusione, esclusione e futuro, insieme al significato e alla reale funzione dell’arte.

L’edizione del 2018 ha intenzione di creare un legame ancora più solido tra artista e spettatore, pertanto gli interessati sono chiamati a proporre un’opera ispirata al libro di fantascienza di Chad Oliver, scrittore e antropologo, dal titolo Le rive di un altro mare: la storia di un primo contatto, dove l’autore costruisce una situazione in cui i rapporti tra diverse entità sono in continua ridefinizione, in base ai differenti valori delle stesse comunità. Un dialogo, quindi, tra numerose forme di civiltà, tra mondi e specie dissimili, costituito da azioni significative e da sacrifici pericolosi.

Le rive di un altro mare si configura, allora, come un inno alla necessità di comprensione, alla mixité, a un nuovo modo di vivere le città ispirato alla mescolanza, dove la relazione tra vita sociale, lavorativa e privata è indipendente dal luogo e si pone in contrasto con il concetto di segregazione, favorendo un contatto che ristabilisca il rispetto dell’altro da sé: natura, uomo, territorio e patrimonio culturale.

Roberta Scalise

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