Ma come fanno gli operai: se lo chiede il giornalista Loris Campetti nel suo ultimo lavoro, il quale verrà presentato questa sera, alle ore 21, presso la Fondazione Giorgio Amendola, in occasione del Salone Off – manifestazione giunta alla sua 15° edizione che ha lo scopo di portare, in tutte le Circoscrizioni, la magia del Salone Internazionale del Libro con spettacoli, eventi, presentazioni letterarie, musica e altre iniziative, in collaborazione con biblioteche, scuole e associazioni cittadine.
Colpiti dalla crisi e dalle politiche liberiste, privi di rappresentanza partitica e con un sindacato inadeguato, gli operai risultano essere attualmente soli. Ai loro occhi, secondo l’autore, la sinistra è responsabile dell’attacco ai diritti: ne sono la dimostrazione la cancellazione dell’articolo 18, l’assalto alle pensioni, il jobs act e la precarietà. Nelle urne sempre più deserte, dunque, giunge il loro voto di vendetta: gli operai tradiscono la sinistra. O sarà vero il contrario?
A questo scenario, poi, si aggiunge la crisi della solidarietà tra lavoratori, dal momento che la perdita della speranza in un cambiamento apre la strada all’individualismo, il quale rischia di alimentare una guerra tra poveri: l’avversario non si configura più in chi comanda, bensì in chi si trova più in basso ed è più debole – ne sono un esempio gli immigrati.
Ma come fanno gli operai è, allora, un reportage sul cambiamento culturale dei lavoratori, un viaggio attraverso le grandi fabbriche, quelle in crisi e quelle con il vento in poppa, dalla Luxottica alla Fincantieri, dalla Brembo alla Beretta, dall’Augusta all’Aermacchi, dalla Maserati all’ex Pininfarina, cui si affiancano puntate nella logistica e nei servizi.
Campetti traccia, così, una lucida analisi politica e conduce un’indagine nella classe tradizionalmente spina dorsale della sinistra, che, ora, forse, secondo l’autore, non esiste nemmeno più.