Politica - 10 maggio 2018, 19:13

Finpiemonte, la società di revisione Deloitte non si presenta all’indagine conoscitiva

“Un affronto la mancata presenza a Palazzo Lascaris”, dichiarano il presidente del Consiglio regionale Boeti e i componenti della commissione d'indagine. La rabbia del M5S. Auditi Ernst & Young e il collegio sindacale di Finpiemonte

Finpiemonte, la società di revisione Deloitte non si presenta all’indagine conoscitiva

“Uno sgarbo e un affronto istituzionale senza precedenti”. Così il presidente del Consiglio regionale unitamente ai componenti della prima Commissione e della Commissione d’indagine sulla legalità hanno stigmatizzato il rifiuto di Deloitte &Touche  di presentarsi all’audizione di questo pomeriggio relativa all’indagine conoscitiva su Finpiemonte.

Una scelta dettata, a quanto dichiara il  procuratore della Deloitte Raffaele Fontana in una lettera di risposta all’invito del presidente del Consiglio regionale, dalla “presenza di indagini tuttora in corso da parte dell’Autorità giudiziaria penale sulle quali si vuole evitare di interferire in qualsiasi modo”.  La società di revisione si era resa disponibile a rispondere a domande scritte.

La seduta è iniziata con le audizioni di Ernst & Young S.p.A e poi del collegio sindacale di Finpiemonte. Primo ad essere ascoltato è stato Ettore Abate per Ernst & Young, revisore nel triennio 2013-2014-2015. Da quanto si è appreso durante l'audizione, sarebbero stati a conoscenza del conto in Svizzera, ma a fine dicembre 2015 non ci sarebbero stati movimenti e il conto corrente era a zero euro. 

Poi è toccato al collegio sindacale di Finpiemonte, con Roberto Santagostino e Giuseppe Grieco. È stato il collegio sindacale che nel novembre del 2017 ha fatto l’esposto alla corte dei conti e alla Banca d’Italia. Da quanto è emerso nel corso della audizione, l'unica persona con potere operativo contabile, a termini dello statuto, sarebbe stato esclusivamente il direttore generale. Il deposito nella banca svizzera corrispondeva al 6,5% delle risorse allocate di Finpiemonte, che sono pari a 750 milioni di euro. La banca svizzera era l’unica, tra le diverse con cui si hanno rapporti contabili, ad avere la tripla A. Si sarebbe scoperto solo dopo che presso la banca svizzera esistevano documenti artefatti che avrebbero potuto attribuire operatività sul conto anche ad altre persone.

Durissimo, il commento da parte del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle: "La società di revisione dei conti di Finpiemonte Deloitte & Touche S.P.A. non si è presentata oggi all'audizione presso la Commissione bilancio congiunta con la Commissione di promozione della Legalità sul caso Finpiemonte". 

"Un epilogo scontato viste le modalità di indagine soft volute dal Partito Democratico, Forza Italia e SeL che hanno bocciato la nostra proposta di istituire una Commissione speciale d'inchiesta con maggiori compiti e prerogative", attaccano gli esponenti del M5S. "Questi sono i risultati della cortina fumogena montata dalla maggioranza attuale e dai rappresentanti di quella precedente". 

"Ascoltando il presidente del Collegio sindacale sono emerse circostanze imbarazzanti in merito al caso dei milioni spariti in Svizzera. Deloitte avrebbe informato il Presidente del Collegio con una mail datata 17 maggio 2017 ma misteriosamente mai visionata ed ignorata per molti mesi", denunciano gli esponenti pentastellati. "Il Presidente non si è preoccupato di contattare Deloitte né quest'ultima ha cercato di interloquire nuovamente con lui. Circostanze quantomeno opache che si sarebbero potute maggiormente chiarire con una Commissione d'inchiesta". 

"Discorso diverso per il precedente advisor Ernst & Young che si è messo a disposizione della Commissione collaborando attivamente per quanto di propria competenza", conclude la nota del M5S.

m.d.m.

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