Gabriele Druetta, Giorgio Blanco e Vittorio Randone sono tre giovani ragazzi dall’immaginazione fervida e dal grande talento che, circa un anno fa, hanno unito le proprie competenze dando vita al progetto “Sità Scotè – La città in ascolto”, ossia: raccontare la loro città, Torino, attraverso gli occhi e le storie dei suoi abitanti e dei suoi cantautori, perlopiù under 30.
“Mettersi in gioco, creare un racconto collettivo – ha spiegato il primo, Gabriele Druetta – è, secondo noi, molto stimolante. Per farlo, abbiamo coinvolto otto artisti giovani, freschi, che si sono cimentati nella scrittura di testi che narrassero quattro zone della nostra città: Borgo San Paolo, Borgo Vittoria, Nizza Millefonti e Vallette”.
Questa sera, infatti, al Jazz Club Torino, si alterneranno sul palco, divisi in coppie, artisti emergenti e altri maggiormente affermati: Francesca Mercurio, della band Fran e i Pensieri Molesti; Claudio Lo Russo, chitarrista e cantante del gruppo Atlante; Jakob Hilfiker, voce degli Artbeat; Nicolò Piccinni, bassista e chitarrista blues; Andrea Calogero, in arte Chelo, cantautore; la promettente cantante Irene Garetto; Letizia Vitali, cantautrice pinerolese; e Pietro Giay, musicista pop&blues. E poi, ancora, suoneranno Eugenio Cesaro ed Emanuele Via degli Eugenio in Via Di Gioia, i The Sweet Life Society, Lince, Bianco e Zuzanna Koziej.
Ma come sono nate le singole canzoni? Da un vero e proprio “incontro al buio. A ciascun soggetto coinvolto, infatti – spiega Gabriele –, abbiamo dato appuntamento in determinati luoghi della città, nei quali i due cantautori e il protagonista della storia, che sarebbe stata tramutata in brano, si sono conosciuti creando sinergie inedite e feconde”.
Al centro, dunque, vi sono le storie, le reti che queste intessono e le molteplici sfumature di significato che apportano con sé, per cui si incontrano, per esempio: “un attore di teatro che lavora nelle carceri delle Vallette e organizza attività con i detenuti; una signora peruviana abbandonata dalla madre, riscattatasi aprendo un ristorante in Borgo San Paolo e creando un’associazione; un ragazzo congolese di Nizza Millefonti, immigrato per motivi di studio, laureando in Mediazione Linguistica; e, ancora, il curatore di un orto cittadino in Borgo Vittoria, intorno al quale si raccolgono i ragazzi di strada impegnati, così, in attività socialmente utili”.
I brani e le testimonianze sono stati, inoltre, raccolti in un documentario, La città in ascolto, città da ascoltare, che sarà presentato nei prossimi mesi attraverso serate, proiezioni e concerti organizzati nei diversi quartieri di Torino, con l’obiettivo di “reclutare nuove storie e molti altri artisti, di cui la città è ricolma”, ha concluso Gabriele.
Il progetto vede il supporto di Nastro Azzurro e di una raccolta crowfounding sulla piattaforma Eppela, che ha superato l’obiettivo iniziale del 30%, il sostegno del Comune di Torino, del Ministero e dell’associazione culturale Retroscena.








