Viabilità e trasporti - 04 giugno 2018, 10:30

GTT, sciopero il 22 giugno a Torino contro i 260 licenziamenti e un bilancio da vertigini

Sindacati in trincea: "Il Comune faccia la propria parte, non si possono scaricare le responsabilità su un management a scadenza"

GTT, sciopero il 22 giugno a Torino contro i 260 licenziamenti e un bilancio da vertigini

Il nuovo piano di GTT nel mirino dei sindacati Filt CGIL, Fit Cisl e Uiltrasporti: 260 licenziamenti, bilancio con grandi ombre e futuro incerto. Ecco perché il 22 giugno scatterà uno sciopero che è innanzitutto un grido d'allarme. "Chi ha dei doveri deve fare la propria parte e in questo momento non abbiamo certezze né rassicurazioni", dicono i rappresentanti delle tre sigle.

L'attenzione soprattutto è concentrata sui licenziamenti: "Chiediamo al Comune e alle istituzioni di cancellarli. Ci spiace per l'utenza e il servizio, così come per i laboratori che perdono dei soldi. Ma è l'unico modo che abbiamo per farci sentire".

"Siamo preoccupati - dice Francesco Bernardo (segretario Filt) - ci sono stati solo annunci, ma nulla è stato concretizzato. La sindacati Appendino ci ha detto che è l'azienda il nostro interlocutore, ma ci sono punti che non si riescono a chiarire, anche per la prossima scadenza della governance. Deve essere il Comune ad assumersi il compito di affrontare la situazione in maniera organica".

I numeri sono decisamente preoccupanti, spiegano i sindacati: "Sia in termini di debito, che per altre voci come Irpef non versata". "Chiediamo un tavolo di crisi per avere le risposte che servono, con il coinvolgimento della Regione Piemonte", conclude Bernardo. "Anche perché è soprattutto l'utenza a scontare i tagli e i disservizi".

L'orario dello sciopero sarà dalle 18 alle 22, sia per le tratte urbane che quelle extraurbane. Ma anche la Torino-Ceres, Canavesana e vari uffici (che incroceranno le braccia le ultime 4 ore di ogni turno).

"Ci pesa proclamare uno sciopero, perché per noi è la misura estrema - aggiunge Antonio Costanza, di Fit CISL -, ma in questo momento non è possibile proseguire con gli scarichi di responsabilità come stiamo osservando. Servono investimenti e progetti, non tagli. Bisogna conoscere il percorso".

"Da quando hanno vinto le elezioni - conclude Antonio Mollica, segretario regionale Uil trasporti - hanno detto di voler mantenere un'azienda pubblica. Ma questo non può essere fatto sulle spalle dei lavoratori, sia quelli che saranno fatti fuoriuscire, sia su quelli che rimarranno, con carichi che diventeranno insostenibili". Inevitabile il riferimento a Embraco: "Per cui si è mosso addirittura il ministro allo Sviluppo Economico, mentre per questi 260 licenziamenti non viene detta una parola dal Comune".

Massimiliano Sciullo

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