Martedì 19 giugno, alle ore 21, nello Spazio Incontri della Biblioteca civica Centrale (via della Cittadella 5), lo scrittore Giorgio Caponetti presenterà in anteprima il suo nuovo libro “Il grande Gualino. Il romanzo di un imprenditore” (UTET).
All’incontro, organizzato dalle Biblioteche civiche torinesi in collaborazione con la libreria L'Angolo Manzoni, interverranno Albina Malerba del Centro Studi Piemontesi e il professor Claudio Bermond, esperto e biografo di Riccardo Gualino.
Ingresso libero, fino a esaurimento posti.
Dopo il successo di Quando l’automobile uccise la cavalleria, Caponetti torna a rievocare l’epopea eroica dell’industria italiana, riportando in auge la figura di Riccardo Gualino, uno dei grandi industriali della prima metà del Novecento.
Il grande Gualino. Il romanzo di un imprenditore ne descrive con accuratezza storica e vivacità narrativa la vita straordinaria, ricca di viaggi, incontri, avversità (antifascista, fu mandato al confino da Mussolini dopo il tracollo economico del ’29) e amicizie memorabili: D’Annunzio, Gobetti, Nižinskij, Solomon Guggenheim, Curzio Malaparte, Winston Churchill, Sophia Loren, Liz Taylor… fino al rapporto simbiotico con la moglie Cesarina Gurgo alla quale, dopo decenni passati con gli uomini d’affari più importanti del mondo, non smise mai di rivolgersi in piemontese.
Uomo ricchissimo e raffinato, dalla personalità poliedrica e innovatrice, si espresse in molteplici e fortunate attività: da commerciante di legname e imprenditore tessile a fondatore di aziende nel settore chimico e alimentare, a finanziere e vicepresidente della Fiat fino a diventare, nel secondo dopoguerra, produttore dei film di Visconti e Lattuada con la sua pionieristica Lux Film, che ispirò i giovani Carlo Ponti e Dino De Laurentis.
Raffinato collezionista e grande mecenate, amico dei critici Edoardo Persico e Lionello Venturi, Gualino finanziò l’attività artistica de I Sei di Torino (Boswell, Chessa, Galante, Carlo Levi, Menzio, Paulucci), formatisi alla scuola di pittura di Felice Casorati, che lo ritrasse in un famoso dipinto in veste di gran signore rinascimentale; amante di tutte le arti, nel suo Teatro di Torino ospitò musicisti quali Igor Stravinskij e Alfredo Casella, i balletti russi di Serge Djagilev e il Teatro Habima di Tel Aviv. Dall’entourage cosmopolita, colto e raffinato di Gualino, lo scrittore e regista Mario Soldati trasse ispirazione per il romanzo Le due città (1964).