Economia e lavoro - 29 giugno 2018, 11:30

Italiaonline, la protesta continua: "Lunedì vogliamo Di Maio al tavolo, domani lo cercheremo a Torino" (VIDEO)

Il prossimo incontro, a Roma, il 2 luglio: partiranno i bus dal capoluogo domenica sera. Intanto prosegue lo sciopero nazionale

Italiaonline, la protesta continua: "Lunedì vogliamo Di Maio al tavolo, domani lo cercheremo a Torino" (VIDEO)

Un applauso, per aprire l'assemblea dei lavoratori di ItaliaonLine, ma anche per rompere il ghiaccio e scrollarsi di dosso il rischio di cedere alla depressione e al grigiore. "Andrà come andrà, ma abbiamo davvero dato tutti tantissimo", dicono dal palco le RSU, mentre nella sala di via Pedrotti cala il silenzio. È il momento di capire cosa succederà, nei prossimi giorni. Ma soprattutto cosa i lavoratori potranno ancora fare.

"L'azienda ha pubblicato il documento di cui si stava discutendo sulla Intranet aziendale e poi è finito su WhatsApp. Non abbiamo nulla da nascondere, ma è stato un gesto spiacevole, perché la trattativa è ancora in atto. Ma ci abbiamo fatto il callo e andiamo avanti per la nostra strada". È il primo affondo dei rappresentanti dei lavoratori, per voce di Marilù Giannitti, Cisl.

Il clima è comprensibilmente teso e grave, ma si cerca di sdrammatizzare. Si scorre l'elenco delle cifre, tra i numeri dei posti che potrebbero essere salvati (dai 70 destinati alla Digital factory ad altri possibili mantenimenti, che però riguardano poche manciate di lavoratori). Si parla anche di incentivi all'esodo, con date e importi. Ma le distanze tra le parti restano oggettivamente enormi. 

"Un documento, quello portato ieri al Ministero dall'azienda, che abbiamo respinto unilateralmente al mittente". Una frase che fatica a concludersi, per gli applausi che la accompagnano. 

Prossima tappa, il 2 luglio a Roma, mentre proseguirà lo sciopero nazionale. Domenica alle 21 partiranno i bus (gratuiti) alla volta di Roma, con la possibilità di fermarsi anche la notte di lunedì. "Uno sforzo importante, anche fisicamente, ma abbiamo bisogno della vostra presenza. Per noi è un sostegno importante".

"Quel che più irrita - aggiunge Sonia Doronzo, CGIL - è la totale assenza di risposte da parte dell'azienda, che ha creato malumore anche tra i rappresentanti delle istituzioni, Sacco e Pentenero in primis". "A ogni incontro sembra che la proposta dell'azienda regredisca ed è incomprensibile. Non c'è nessuna riorganizzazione aziendale. Pare chiaro che vogliano fare fuori più lavoratori possibili perché il compratore è dietro la porta".

Sul tavolo, intanto, c'è una controproposta da parte sindacale: il ritiro della procedura con 6 mesi di ammortizzatori sociali e incentivi all'esodo consistente, vero è aperto a tutti e assolutamente volontario. "Siamo certi che, a queste condizioni, dei 400 lavoratori molti se ne andranno evitando conseguenze più gravi - prosegue Doronzo - e intanto si lavora agli scivoli per il pre-pensionamento, in modo da ridurre ulteriormente il numero di persone a rischio e poter valutare ipotesi come i contratti di solidarietà".

Ora la palla è nel campo dell'azienda. Se ne riparla lunedi, ma con davanti un weekend che si annuncia tutt'altro che tranquilla. "E lunedì l'unica possibilità di soluzione, di fronte a una proposta di buon senso, può arrivare solo dalla presenza del ministro Luigi Di Maio. Altrimenti sarà chiaro che sarà stata un'operazione fatta da management e azionisti per profitto personale". "Solo Torino ha questa forza e questi numeri. E solo noi possiamo provare a smuovere il ministro".

Il modello Embraco però insegna: una lettera è pronta proprio per Di Maio ("sulla strana storia di un'azienda che non è in crisi, eppure licenzia"), nel caso venga davvero a Torino. Intanto rimarrà sia sabato che domenica il presidio davanti alla prefettura, con l'aggiunta di una delegazione che andrà a incontrare il ministro "ovunque sarà".

E non si escludono altre azioni più "coreografiche", che potrebbero coinvolgere la zona del museo Egizio o altri luoghi simbolo della città. Per poi partire alle 21, alla volta di Roma.

Massimiliano Sciullo

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