Economia e lavoro - 02 luglio 2018, 11:53

I torinesi riscoprono l'ottimismo. E spendono di più (+3,2%) anche per togliersi qualche sfizio (VIDEO)

Nel 2017 è cresciuta la possibilità di fare acquisti per le famiglie. E la gente si sente meno in crisi

I torinesi riscoprono l'ottimismo. E spendono di più (+3,2%) anche per togliersi qualche sfizio (VIDEO)

Cresce l'ottimismo, si dimezzano i pessimisti. E mentre il risparmio tiene, le spese cominciano a "liberarsi" dalla cappa di timore e grigiore che ha accolto i torinesi negli anni più difficili della crisi. Tanto che, accanto alle voci di "bilancio" famigliare più classiche, si ritaglia anche qualcosa in più per qualche sfizio, qualche extra.

"La spesa dei torinesi cresce e cambia, come da 5 anni a questa parte, infatti si sta riavvicinando ai livelli pre crisi", commenta Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di Commercio di Torino, ente che ha analizzato ancora una volta l'andamento dei consumi delle famiglie all'ombra della Mole. 

Il dato complessivo è del +3,2% nel 2017 rispetto all'anno precedente. Una crescita quasi omogenea tra alimentare (+3%) e non alimentare (+3,3%) per una media di 2535 euro al mese. Nel 2008 era di 2586 e siamo alla seconda "spesa" più alta dell'ultimo decennio. 

Escluse le spese di prima necessità (cibo e casa), nel 2017 si è speso di più per voci come vestiti e scarpe, ma anche istruzione, spettacoli e divertimenti, salute e assistenza sanitaria. 

Per quanto riguarda il risparmio, il 44,6% delle famiglie è riuscito a risparmiare parte del reddito, sostanzialmente stabile rispetto al 2016, ma in netta crescita rispetto a 10 anni fa (era il 43,3%). Si riesce a mettere da parte circa il 7,2% di quanto guadagnato ogni mese. Come è facile intuire, risparmiano di più le famiglie senza figli o i single, rispetto a chi ha figli. Ma quel che fa rumore è soprattutto che le persone hanno la percezione di avere un maggiore potere d'acquisto, rispetto al passato. E oltre una famiglia su due afferma di non aver fatto rinunce.

Si compra soprattutto presso la grande distribuzione (un acquisto su due), mentre soffrono i negozi tradizionali. Sempre di più i consumatori che si rivolgono al web (39,3%) e aumenta anche l'età media di chi si affida all'e-commerce, con le persone tra i 40 e i 65 anni saliti dal 40 al 52%.

 

Massimiliano Sciullo

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