"La nuova Direttiva sulla sicurezza degli eventi pubblici, emanata mercoledì dal Ministero dell'Interno, non risolve i principali problemi aperti dalla Circolare Gabrielli, a partire dalla responsabilità di chi deve autorizzare l'iniziativa, che resta comunque in capo ai Sindaci. Obbliga a un piano poco diverso da quello previsto dalla Gabrielli, comporta dunque oneri per Enti locali e Associazioni che promuovono gli eventi. Nelle ultime ore, ho ricevuto numerose telefonate di Sindaci e Amministratori locali, piuttosto perplessi di fronte a quanto è stato scritto di nuovo dal Viminale".
Così Paola Vercellotti, Vicepresidente Uncem Piemonte. "Qualora si tratti di eventi di pubblico spettacolo, il Comune deve procedere esattamente come prima, acquisendo comunque il parere della competente commissione di vigilanza, comunale o provinciale - sottolinea Vercellotti -. Quindi, se di semplificazione si può parlare, vale solo per mostre, mercatini, sagre senza serata danzante. Nel merito, se prima era concesso scegliere di valutare il massimo affollamento fra 1,2 o 2 persone per metro quadrato, ora bisogna avere un piano basato su 2 persone per metro quadrato, senza possibilità di scelta. E anche la larghezza minima dei varchi di accesso per mezzi di soccorso viene stabilita dalla Direttiva, aumenta da a 1,2 a 2,40 metri. Resta invariata la necessità di controllare gli ingressi alle aree dove si svolgono gli eventi, incluso il conteggio delle presenze. E ancora di più, serve un impianto di diffusione di messaggi da parte dell'organizzazione, indipendente da quello dell'orchestra o del gruppo che si esibisce. Aumentati anche gli spazi da mantenere liberi tra i settori".
Dunque, un aggravio di necessità e le responsabilità complessive che cadono comunque sul Sindaco che sceglie e firma, sugli organizzatori e sui tecnici che li assistono. "Uncem, con l'Anci, doveva essere consultato - precisa la Vicepresidente Uncem - Auspichiamo un percorso diverso nelle prossime settimane, concertato con noi, capace di risolvere i veri problemi, alleggerire i carichi burocratici e i costi per Comuni e organizzatori".