Era il lontano 1847 quando l’avvocato Luigi Rocca ed il suo gruppo di amici fondarono una società di letterati ed artisti che avesse lo scopo di contribuire allo sviluppo delle arti e delle lettere nella città di Torino. Nasceva così il Circolo degli Artisti.
Dieci anni dopo, nel 1857, il Circolo trovò la sua perfetta dimora tra le mura dello splendido Palazzo Graneri della Roccia. E lì è rimasto, in via Bogino, per ben 160 anni. Un luogo di crescita, cultura, confronto e mostre.
Sembrava un sodalizio destinato a continuare per sempre e invece quest’estate, per la sorpresa dei più, le porte del circolo si sono chiuse con la promessa che si sarebbero riaperte altrove.
Cos’è accaduto? Perché avete lasciato Palazzo Graneri?
“Il contratto d’affitto è scaduto”, ci spiega il professor Mabellini, uno dei consiglieri del Circolo. “E abbiamo ritenuto che fosse il tempo di cambiare. Che una nuova sede avrebbe dato nuova linfa e nuove opportunità”.
Quindi a cambiare non sarà solamente il luogo?
“Il palazzo era impegnativo e l’arte esposta era spesso legata a quel luogo e a quelle sale, anche dal punto di vista storico. Ora, avendo a disposizione un posto nuovo, potremmo esplorare nuovi ambiti e dare, per esempio, più spazio all’arte contemporanea.”
Quale sarà questa nuova sede?
Il Comune di Torino ci ha concesso l’utilizzo di una palazzina dei Giardini Reali, una di quelle che, fino a poco tempo fa, erano occupate. Tutto il Circolo si sposterà lì, tranne la Biblioteca che, per ora, potrà restare a Palazzo Graneri.”
Quali sono i tempi previsti per la nuova apertura?
“Abbiamo ancora molto lavoro fa dare. Svuotare la sede è stata un’impresa, fare un trasloco da una casa che si occupa da 160 anni non è facile, bisogna selezionare, scegliere cosa tenere e cosa buttare. La quantità di materiale che si accumula nel tempo è sorprendente. Il nostro obiettivo, comunque, è di rendere la segreteria operativa già da settembre. E partire realmente con le iniziative in autunno. Non abbiamo mai organizzato mostre in quegli spazi dobbiamo capire quante opere è possibile inserire e come poterlo fare. Della sede precedente sapevamo tutto, su questa dobbiamo imparare ancora molte cose. Ma non è detto che sia un male, anzi è stimolante.”
Come sarà il futuro del Circolo, può darci qualche anticipazione?
“Vogliamo approfittare di questo trasloco per far entrare facce nuove nel consiglio. Nuove teste e nuove idee che possano contribuire a un cambiamento positivo. Non è stato facile prendere la decisione di spostarsi, ma vogliamo che porti a un grande e fruttuoso rinnovamento.”
Rinnovamento che non potrà che fare un gran bene alla città, che ha ancora bisogno del suo Circolo degli Artisti.