L'erba del vicino è sempre più verde, almeno così dice un antico adagio popolare, a significare che le cose altrui ci appaiono più belle delle nostre.
Nello specifico, si tratta invece di erba vera e propria, per l'esattezza quella del campo principale del neonato Stadio Filadelfia, che a poco più di un anno dalla sua inaugurazione, già necessiterebbe di un profondo lavoro di rifacimento del manto erboso, mente quella del vicino campo secondario è ancora in condizioni accettabili. Ancora perché il trasferimento su quel terreno degli allenamenti che si tenevano sul principale, è destinato a far repentinamente cambiare la situazione.
E proprio questo è stato uno degli argomenti principali del CdA della Fondazione, tenutosi ieri dopo la pausa estiva, primo in assoluto ad essere presieduto da Luca Asvisio, neopresidente.
Il Torino FC nella sua veste di affittuario della struttura, ha reso noto nelle forme debite alla Fondazione, di cui lo stesso Torino FC fa parte come fondatore, che sussiste il problema e che richiede un intervento. La Fondazione ha preso atto di questa richiesta e girerà il tutto a SCR, che come stazione appaltante e direzione lavori, ha il compito di gestire queste situazioni. A sua volta, SCR girerà la questione all'azienda che si è occupata dei lavori, che dovrebbe farsi carico in qualche modo del problema.
Fatto salvo il pieno diritto da parte del Torino FC di rilevare situazioni che ritiene anomale o difformi dal contratto di locazione, mi sento però di fare una piccola obiezione, di formulare una piccola chiamata in correo morale, al Torino FC.
Quando si trattò di fare le scelte relative al manto erboso dei campi del Filadelfia, le riunioni straordinarie tra i dirigenti della società granata e gli addetti ai lavori si sono sprecate. La presenza a queste riunioni da parte del Torino FC, ha in un certo qual modo legittimato le scelte all'epoca effettuate e ora, venire a piangere su queste scelte, mi pare un pochino eccessivo.
Necessita invece di porre risolutamente mano al problema, perché è giusto che a fronte di un canone di locazione corrisposto, si riceva in cambio quello per cui si sta pagando. Ma con un attimo di riflessione e di onestà intellettuale.
Cairo non lo sa, perché come giustamente e ripetutamente da lui stesso detto, è arrivato dopo la demolizione del Filadelfia e del Toro prima non pare gli interessasse granché, ma a noi, vecchi frequentatori del Tempio, non può non venire in mente che il vecchio prato degli Immortali nulla aveva a che vedere col morbido tappeto erboso con cui hanno a che fare i giovanotti che indossano le scarpette bullonate oggigiorno, e non solo al Torino.
Le zone spelate non erano rare e nell'area del portiere c'era più segatura che terra ed erba, come d'altronde è abbastanza logico aspettarsi, da un terreno sottoposto a continuo calpestio ed usura, come questo.
Ci basti ricordare com'era il manto erboso, sia al Comunale, che al Delle Alpi, che all'Olimpico, fintanto che ad utilizzarlo erano entrambe le squadre cittadine, e di come sia magicamente migliorata la situazione oggi, allOlimpico Grande Torino, dacché lo usiamo solo più noi, una volta ogni quindici giorni. Apro e chiudo al volo una piccola, scherzosa parentesi, per invitare tutti ad evitare facili battutacce sugli “altri” che utilizzavano il campo con noi e lo consumavano.
Quindi nessuno stupore, ma presa di coscienza del problema, per affrontarlo senza infingimenti. Invece no. La risposta che mi sono sentito dare, è che nelle riunioni tra dirigenti granata ed agronomi, si è parlato di erba, ma il problema non sarebbe quello, bensì il substrato, ovvero quel mix di ghiaia, sabbia e terra che sta al di sotto. Mi permetto però di rilevare che il substrato è identico per entrambi i campi del Fila, ma solo il principale presenta seri problemi al manto erboso.
Forse perché sottoposto a maggior calpestio?
Ammetterlo significherebbe dar ragione a me e ammettere contestualmente che il problema esiste ed è di più difficile soluzione, perché si tratterebbe di riprendere in mano il tutto e pensare che forse la soluzione potrebbe essere un tappeto sintetico, come risolutamente rifiutato dal Torino FC stesso in fase progettuale ed attuativa.
Ma se l'erba si consuma e si rovina a passarci sopra eccessivamente, non è colpa di nessuno e nessuno può modificare questo stato di cose, per quanto ricco e potente possa essere.
A Dio piacendo, la natura ha ancora le sue leggi ed i suoi ritmi, che non soggiacciono ai voleri di nessun umano.
E quindi, se vogliamo un erba all'altezza di quella del vicino, sarà opportuno mettere per un momento da parte l'orgoglio personale, e non parlo solo per il Torino, ma anche per noi consiglieri che all'epoca condividemmo l'idea del manto erboso naturale, e fare una seria e profonda riflessione su cosa sia meglio fare, per avere un Fila bello e fruibile da tutti, Primavera compresa, trecentosessantacinque giorni l'anno, non solo quando l'erba è folta e verde, come quella del vicino...