Il gioco d'azzardo torna a Palazzo Lascaris. Non in aula, dove oggi si riunisce per la prima volta, dopo la pausa estiva, il Consiglio regionale del Piemonte, ma davanti alla sede dell'ente, in via Alfieri.
Lì infatti si sono ritrovati, come già lo scorso luglio, i lavoratori del comparto del gioco "lecito", per tornare a denunciare gli effetti della legge regionale approvata lo scorso inverno, che ha limitato di molto il gioco d'azzardo e di fatto obbligato a chiudere molte attività, per esempio vietando le slot nei bar e nelle sale vicine a luoghi sensibili come banche e parrocchie.
A manifestare, con striscioni e bandiere, tamburi e fischietti, sono i gestori dei locali, affiancati dall'associazione Astro. Un corteo colorato e molto rumoroso, tanto da farsi sentire addirittura dall’interno dell’aula-bunker del Consiglio. Il che ha convinto il presidente Nino Boeti ad annunciare un incontro con i rappresentanti dei lavoratori alle 12.30.
"La legge regionale del Piemonte – spiegano i rappresentanti di Astro – non ha regolamentato il gioco, ma soltanto abolito un'attività autorizzata dallo Stato, che consentiva di reperire nei locali di prossimità un'offerta light di intrattenimento a premio, lecita e controllata ottenendo come effetto principale la riemersione del circuito illegale di gioco. Non ha tutelato le fasce deboli e più vulnerabili della popolazione perché ha sostanzialmente spostato la raccolta di gioco (calata solo del 3,8%) verso le altre tipologie di gioco non soggette a limitazioni - legali e non - o verso i territori confinanti in cui non sono presenti misure restrittive".
"La normativa vigente – conclude Astro in una nota – sta sommando alla propria inefficacia, una sostanziale implosione dei soggetti economici su cui incide: sta smantellando le aziende piemontesi di distribuzione, manutenzione e raccolta di gioco lecito, tutti i pubblici esercizi che distribuiscono gioco lecito, con pesanti ripercussioni sull’indotto occupazionale che generano".
La richiesta dei manifestanti è quella che la legge venga modificata al più presto, senza danneggiare soprattutto chi sul gioco d'azzardo "lecito" aveva investito soldi e risorse con la vecchia legge e si è trovato da un giorno all'altro nell'illegalità.
Come promesso da Boeti, alle 12.30 i gestori dei locali sono stati ascoltati in audizione dall'ufficio di presidenza e da alcuni consiglieri regionali. Lì hanno ribadito le problematiche di una legge che, in molti casi, li ha costretti a lasciare a casa i dipendenti e a ridimensionare i loro fatturati.
Il presidente Boeti si è impegnato a riportare le loro richieste all'aula, ma al momento non sono previste ridiscussioni della legge sulla "ludopatia" approvata meno di un anno fa.