Economia e lavoro - 26 settembre 2018, 10:42

“Coldiretti Piemonte: dal Burkina Faso al Piemonte per due giorni di studio sul riso”

Progetto per salvaguardare la biodiversità di una varietà di riso rosso coltivata a Comoé

“Coldiretti Piemonte: dal Burkina Faso al Piemonte per due giorni di studio sul riso”

Riso protagonista della due giorni di visita studio di 4 delegati del Burkina Faso partecipanti a Terra Madre. Nelle giornate di martedì 25 e mercoledì 26 settembre, infatti, nell’ambito del progetto “Valorizzazione del presidio del riso rosso di Comoé in Burkina Faso”, i cui partner sono Coldiretti Piemonte, Regione Piemonte e la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, nelle province di Novara e Vercelli sono state visitate diverse realtà risicole, oltre alla Borsa Merci.

“Tchira Mahingou è il nome in lingua locale di una varietà di riso rosso coltivata in Burkina Faso e con questo progetto, che Coldiretti Piemonte segue già da anni, si vuole proprio salvaguardarne la sua biodiversità visto che oggi il rischio di estinzione è reale – spiegano Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Tale attività di studio nelle terre del riso per eccellenza, infatti, è finalizzata ad acquisire conoscenze ed elementi utili per migliorare la qualità di questo riso,  a conoscere le modalità di lavorazione e di trasformazione, nonché di valorizzazione e commercializzazione con lo scopo anche di sostenere il ruolo delle donne che in Burkina Faso sono il cuore della vita e dell’economia. Un modo, nello stesso tempo, per far conoscere il prodotto d’eccellenza di queste province della nostra Regione, particolarmente vocate alla risicoltura, che sta vivendo un momento di crisi soprattutto a causa delle importazioni a dazio zero dai Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi). Il Piemonte resta la regione italiana – ricordano Galliati e Rivarossa - con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e non è accettabile, come abbiamo già più volte ribadito, che l’Unione Europea continui a favorire, con le importazioni, la violazione dei diritti umani come avviene per il riso proveniente dalla Birmania, che si colloca tra i principali fornitori asiatici dell’Italia insieme a India, Pakistan, Thailandia e Cambogia”.

c.s.

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