La Maserati frena ancora, anzi: inchioda. Da oggi al 5 ottobre, infatti, lo stabilimento di Grugliasco sarà di nuovo interessato da una fermata produttiva. Lo ha comunicato l'azienda ai sindacati: altri 7 giorni di stop, non i primi e - con ogni probabilità - nemmeno gli ultimi.
Ovviamente preoccupata la reazione dei rappresentanti dei lavoratori. "Continuano ad arrivare tegole in testa alle lavoratrici e ai lavoratori - dice Federico Bellono, segretario provinciale della FIOM-CGIL -. Siamo entrati in una spirale che sembra non avere fine e che sta trascinando verso il fondo tutto quanto. Ormai sono più le giornate in cui non si lavora che quelle dove c'è la produzione. Con lo spostamento dei 1.000 addetti dalla carrozzeria alla Maserati attualmente ci sono 2.700 lavoratori che stanno pagando un prezzo salatissimo sui ritardi aziendali nell'assegnare nuove produzioni".
"E' sempre più evidente - aggiunge Edi Lazzi, responsabile per la FIOM-CGIL della Maserati di Grugliasco - che servono subito nuovi modelli a Mirafiori e in Carrozzeria per far rientrare al lavoro tutti gli addetti dei due siti produttivi. Non ci sono più scusanti e i tempi sono strettissimi anche alla luce del fatto che la Carrozzeria non può più utilizzare gli ammortizzatori sociali e l'azienda sta usando le ferie dei lavoratori e corsi di formazione per prendere tempo, ma è evidente che è solo una toppa per coprire un buco che è di dimensioni enormi".
"C'è bisogno di richiamare FCA alle sue responsabilità - concludono dal sindacato - noi della FIOM-CGIL lo stiamo facendo, ma è ora che anche le altre organizzazioni sindacali, insieme a noi, battano un colpo e che le istituzioni facciano sentire il loro peso nel chiedere un incontro urgente e risolutivo con i vertici dell'azienda".