Al di là delle considerazioni politiche, sono anche i numeri e gli studi a meritare i riflettori, nella giornata di oggi, agli Stati Generali delle infrastrutture del Piemonte, parlando di Torino-Lione.
Parola dunque a Bruno Dalla Chiara, docente di Trasporti al Politecnico di Torino. "Il trasporto ferroviario è vincente rispetto alle altre forme per quanto concerne il consumo energetico e anche dal punto di vista ambientale - dice, scorrendo le solide di studi e ricerche -. Quanto al traffico, è l'estensione di rete ad aumentare la domanda e dunque il numero di passeggeri".
Quindi un ragionamento sullo strumento della Costi Benefici: "Va stabilito quale area si prende in considerazione, se sono il Piemonte, il Nord Ovest o una zona ancora più ampia. E poi quale arco temporale si prende come riferimento. Infine bisogna concordare pesi e valori".
Non solo Politecnico, ma anche Bocconi di Milano. A parlare è il professor Roberto Zucchetti: "È possibile sviluppo senza infrastrutture? Tutti siamo d'accordo, ma la sfiducia diffusa verso le élite spinge tante persone a pensarla diversamente". Il mito della decrescita felice, insomma. "Ma non esistono evidenze statistiche su questo e il mondo va in direzione opposta".
C'è poi l'aspetto export, vero traino della nostra ripresa e tornato quasi ai livelli del 2010 mentre il mercato interno si è indebolito. "E gli interscambi con Francia, Spagna e Portogallo sono stati sempre e restano vicini o superiori ai 50 milioni di tonnellate. Non c'è stato nessun calo di spostamento delle merci attraverso i confini in 30 anni. Prendere dati parziali non è onesto".
Stesso discorso per Germania, Belgio e Olanda, dicono le slide del professor Zucchetti. "E dove perdiamo colpi è per colpa dell'inadeguatezza delle nostre infrastrutture. Come i porti, che costringono le merci ad arrivare a Rotterdam per poi scendere da noi, nonostante arrivino da Suez. Ma non c'è nessuna dematerializzazione. Non è possibile avere più sviluppo con meno trasporti".
Un colpo poi viene assestato anche AA decantata predominanza del valico svizzero rispetto a quello est-ovest. "È un mito, ma i numeri dimostrano che c'è sempre uno sbilanciamento verso la Francia".
"Serve coerenza tra le previsioni di crescita macroeconomica e le previsioni di transito delle merci ai nostri valichi".