Da Roma arriva una fumata grigia, per non dire nera. Dall'incontro di oggi al Ministero del Lavoro per trovare una soluzione che garantisca una forma di reddito ai dipendenti di Comital e Lamalù sembra non sia uscito nulla.
Un duro colpo per quelle persone che, ormai da quattro mesi, non percepiscono lo stipendio, né hanno accesso alla disoccupazione (il procedimento è partito solo il 28 settembre), né tantomeno possono usufruire di una qualche forma di ammortizzatore sociale, visto che la cassa per cessazione è stata cancellata dal Governo Renzi.
Ecco perché le speranze erano riposte nel vertice romano con la curatela fallimentare delle due aziende e l'assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero, che domattina riceverà i sindacati per fare il punto della situazione.
Proprio i sindacati, peraltro, alla luce di quanto emerge dalla capitale, hanno parole di fuoco: "Sembrerebbe che la visita di oggi al Ministero non abbia risolto la questione della cassa integrazione. Sarebbe un duro colpo per i lavoratori", dicono Federico Bellono, segretario provinciale di Fiom-Cgil e Julia Vermena, responsabile della Comital per Fiom. "E sarebbe un duro colpo per la credibilità dell'attuale governo e del ministro Di Maio in particolare, che aveva garantito di aver risolto il problema con l'ultimo decreto, riparando a quanto fatto dal governo Renzi".
Ora si attende l'incontro di domattina: "Valuteremo con i lavoratori - dicono ancora da Fiom - quali azioni intraprendere ulteriormente. Di certo chiediamo al governo e e a tutte le parti politiche un confronto diretto e urgente: chi ha illuso i lavoratori deve ora assumersi le proprie responsabilità".
Stessa lunghezza d'onda anche per i rappresentanti della Uilm: "Un esecutivo che si professa vicino al popolo deve mettere in atto un’azione finalmente concreta che manifesti nei fatti le dichiarazioni fatte ai media - dicono Dario Basso, segretario della Uilm di Torino e Ciro Di Dato, responsabile territoriale per la Uilm -. Comprendiamo la complessità di derogare a due leggi, Jobs Act e Decreto Genova, e il fatto che questo potrebbe creare un precedente, ma se non si comincia da qualche parte, si generano solo aspettative che poi non vengono soddisfatte. Chi lo fa deve prendersene la responsabilità”.