Economia e lavoro - 11 ottobre 2018, 08:47

Peste suina africana in Belgio, Coldiretti Torino chiede più controlli

L'obiettivo è la tutela dei 2000 allevamenti che si trovano sul nostro territorio, 350 solo a Torino, sia con l'aiuto dell'Istituto Zooprofilattico, sia contenendo i cinghiali

Peste suina africana in Belgio, Coldiretti Torino chiede più controlli

Con un milione  di capi destinati, per quasi la totalità, ai circuiti tutelati dei prosciutti Dop Parma e San Daniele, il settore dell’allevamento suino riveste in Piemonte grande importanza. In regione ci sono 2 mila allevamenti. A Torino 350 aziende allevano 450mila suini. In Belgio di recente sono stati individuati casi di peste suina africana, malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali. Il virus, non pericoloso per l’uomo, può essere facilmente trasmesso da un animale all’altro.


«Gli allevamenti piemontesi sono controllati periodicamente dai servizi veterinari delle Asl - sottolinea Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino - al fine di garantire la massima sicurezza alimentare e trasparenza nella tracciabilità. Per difenderci dalla peste suina africana sono necessari più controlli anche all’estero e, soprattutto, un contenimento più efficace della popolazione dei cinghiali sul nostro territorio. Tutto questo per evitare il pericolo di diffusione del contagio che avrebbe conseguenze pesanti per la suinicoltura piemontese».

«Coldiretti ha chiesto un intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Torino – prosegue Galliati – per uno studio tecnico sull’impatto del rischio e sulle modalità di contenimento del virus, focalizzando l’attenzione sulla popolazione di cinghiali come vettore della diffusione e sull’urgenza del loro controllo con piani specifici di contenimento».

Sempre in tema di cinghiali, Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino, segnala: «I recenti provvedimenti di sospensione del Programma di contenimento dei cinghiali sul territorio di Torino, in seguito a ricorsi presentati al Tar, non aiutano a migliorare l’attività di contenimento di questi selvatici che, su tutto il territorio provinciale continuano, indisturbati, a razziare e devastare le coltivazioni agricole».

 

M.Sci

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