Attualità - 15 ottobre 2018, 17:11

Sanità in carcere: qualche luce in mezzo a molte ombre

Il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano è stato audito questa mattina in Commissione Sanità

Sanità in carcere: qualche luce in mezzo a molte ombre

 

Qualcosa si sta facendo ma le situazioni difficili sono ancora troppe. Questo il senso dell’audizione che il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano ha svolto questa mattina in Commissione Sanità, presieduta da Domenico Rossi.

Tra le tante questioni che riguardano l’esecuzione penale e il rapporto con la sanità penitenziaria Mellano ne ha evidenziate in particolare tre. Innanzi tutto il fatto che la delibera regionale 26/2016, che definisce i livelli di assistenza per ciascun sistema carcere-Asl, sia troppo spesso considerata dagli operatori un modello a cui tendere progressivamente. Al contrario, il garante richiama la puntuale applicazione delle previsioni volte a definire un servizio efficace di sanità penitenziaria. Ha poi segnalato alcuni casi critici citando, in particolare, la Sezione Filtro e il servizio Sestante del carcere di Torino: due servizi di eccellenza gravati da grosse problematiche strutturali. Infine, le questioni relative alla salute mentale, in carcere e nei servizi, quali la gestione dei Tso, il trattamento previsto nelle articolazioni psichiatriche in carcere, il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) a favore delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e la mancata riforma del settore che avrebbe dovuto affrontare le dinamiche del disagio mentale in carcere.

“La Regione Piemonte – ha sottolineato Mellano – è stata tra le prime ad aver attuato un modello di offerta di servizio sanitario nelle carceri e il ruolo attuale dell'assessore Saitta in sede di Conferenza Sato Regioni quale coordinatore della Commissione Sanità, apre importanti prospettive di soluzione a problemi che hanno valenza nazionale". E ha aggiunto che tra le cause di malessere si segnala la continua tendenza al sovraffollamento e il degrado ambientale delle strutture penitenziarie. “Il numero totale dei detenuti in Piemonte - ha dichiarato - è, ad oggi, di 4.432 persone, di cui 2.016 stranieri (45% del totale) contro una media nazionale che è del 34%”.

Sono intervenuti nel dibattito, per richiesta di approfondimenti, i consiglieri Marco Grimaldi (Sel), Davide Bono, Francesca Frediani (M5s) e Stefania Batzella (Mli). La Commissione ha poi licenziato a maggioranza – con il sì del gruppo Mli – la proposta di deliberazione 319, “Approvazione del Piano d’azione per la salute mentale in Piemonte, in attuazione della Dgr 29-3944 del 18 settembre 2016”, presentata per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta.

Frutto di un percorso “partecipato” avviato da Ires Piemonte attraverso workshop e tavoli di lavoro che hanno coinvolto istituzioni, professionisti, associazioni, pazienti e famiglie, il Piano d’azione per la salute mentale ha l’obiettivo di migliorare la governance del sistema con l'istituzione di organi di partecipazione e controllo sulle politiche adottate e sulla qualità dei servizi erogati, e di diffondere maggiormente le informazioni su ciò che il pubblico offre. Ci saranno azioni mirate a superare lo stigma affinché le persone non abbiano remore a cercare aiuto e cure, ed è prevista più formazione, non solo per gli operatori ma anche per i familiari e la comunità. Si punterà su prevenzione e presa in carico precoce, non solo in senso sanitario, rafforzando gli interventi verso l'autonomia dei pazienti, ovvero a sostegno dell'abitare, del lavoro e della socializzazione.

Il Piano individua venti azioni da mettere in atto. Tra esse spiccano l’istituzione della Consulta regionale per la salute mentale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte e del Comitato di monitoraggio per verificare la progressiva attuazione del Piano. Sono previste campagne informative e di sensibilizzazione per diffondere la consapevolezza che la sofferenza mentale riguarda tutti e non va ghettizzata, e azioni per promuovere la salute mentale attraverso servizi di accompagnamento alla genitorialità, tavoli territoriali riservati alla promozione di una vita attiva e integrata in ogni fase dell’esistenza, l’accesso ai servizi dei Centri di salute mentale, l’integrazione dei percorsi di cura.

La Commissione ha approvato sei emendamenti formulati dalla Giunta regionale per recepire le richieste di modifica e le integrazioni proposte nei mesi scorsi dal Consiglio delle Autonomie locali (Cal), e cinque proposti dal consigliere Gian Luca Vignale (Mns). Sono intervenuti per le dichiarazioni di voto lo stesso Vignale, Stefania Batzella (Mli), Davide Bono (M5s) e Domenico Ravetti (Pd).

 

c.s.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU