Economia e lavoro - 17 ottobre 2018, 18:44

"Danni al riso Made in Piemonte con l'ok all'import dal Vietnam a dazio zero"

La denuncia di Coldiretti Piemonte

"Danni al riso Made in Piemonte con l'ok all'import dal Vietnam a dazio zero"

Con il via libera all’accordo l’Unione Europea autorizza l’importazione a dazio zero dal Vietnam di 20mila tonnellate di riso semigreggio, 30mila tonnellate di lavorato e 30mila tonnellate di riso aromatico in una situazione di grave difficoltà per la produzione nazionale. E’ quanto denuncia la Coldiretti in riferimento al testo dell’accordo UE-Vietnam adottato dalla Commissione europea nel sottolineare l’ultimo risultato negativo della nuova stagione di accordi commerciali inaugurata dall’Unione Europea con il Canada (CETA).

L’accordo con il Vietnam prevede, peraltro, la protezione di appena 38 denominazioni di origine italiane sulle 296 tutelate dall’Unione Europea. Di fatto l’accordo su questi temi ricalca il CETA che ha fatto da apripista legittimando per la prima volta nella storia della Ue la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi.

“Si tratta di una decisione dannosa e contraddittoria in virtù della già difficile situazione del comparto per le importazioni di riso da Cambogia e Birmania e alla luce dell’apertura da parte dell’Unione europea di un’inchiesta in merito al regime particolarmente favorevole praticato nei confronti dei Paesi Meno Avanzati (accordo EBA), che prevede la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero”, commenta Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo.

“Il settore agricolo non deve diventare merce di scambio degli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui territori – affermano Fabrizio Galliati vicepresidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - Il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire, oltretutto, con le importazioni, la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale".

"Tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei dovrebbero, invece, rispettare gli stessi criteri di controlli a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro. Questa situazione, come più volte abbiamo evidenziato, già da troppo tempo compromette il futuro di numerosi imprenditori risicoli”.

c.s.

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