La ragazza più bella del villaggio viene consacrata alla divinità locale: per tale motivo, deve restare vergine. Il suo innamorato, però, piuttosto in disaccordo con questa decisione, si ribella e la rapisce. I due giovani fuggono, così, su un’altra isola deserta, ma il sacerdote li segue e invita la donna ad assolvere ai suoi doveri, convincendola. Vani saranno, quindi, i tentavi del ragazzo, che inutilmente cercherà di inseguirla e di ricondurla sui suoi vecchi passi.
Si tratta della trama di “Tabù”, il film scritto e diretto da Friedrich Wilhelm Murnau nel 1931, considerato dalla critica mondiale un vero e proprio capolavoro assoluto: la pellicola, infatti, si rivela essere molto lontana dalle imposizioni hollywoodiane e ritrae gli antidivi per eccellenza, ossia gli abitanti di un’isola tropicale trasformata, per l’occasione, in un set cinematografico.
La pellicola verrà proiettata, questa sera, presso Il Piccolo Cinema di via Cavagnolo, per la prima volta con la sonorizzazione dei Supershock, che accompagneranno la serata con l’esibizione di musica dal vivo. L’evento vede la collaborazione del festival “Concentrica – Spettacoli in orbita”.
Il Piccolo Cinema è un progetto dell’associazione Antiloco, nata nel febbraio 2004 dall’idea di un gruppo di ragazzi eterogeneo, composto da artisti, film-maker, antropologi, critici letterari, storici, accomunati, questi ultimi, dalla voglia di produrre cultura, indirizzata a tutti e non slegata dai problemi sociali, e dal tentativo di favorire una partecipazione il più possibile ampia e inclusiva da parte dei cittadini.
Il Piccolo Cinema è, allora, un luogo di discussione aperto, un laboratorio di immagini, un atelier di idee. Un forum, una piazza, un luogo di incontro che utilizza il cinema per comprendere il mondo e aprirsi a esso. E viceversa, nutrendosi, a sua volta, anche della vita per capire il cinema e per affrontarlo consapevolmente. È un nuovo modo per stare insieme, dal basso, privo di gerarchia, dove l’aggettivo “piccolo” si propone proprio di sottolineare la dimensione domestica e amichevole che caratterizza lo spazio: uno specchio della vita, un modo per osservarla attraverso una lente minuta, in modo intimo e insieme collettivo.