Da oggi e fino a sabato Torino ospita la trentesima edizione delle Giornate Cardiologiche. Esperti e specialisti da tutto il mondo si sono dati appuntamento negli spazi di Starhotels Majestic per confrontarsi sullo stato dell'arte e sulle future evoluzioni del settore, lanciando anche un ponte verso il futuro.
Con la presidenza di Mauro Rinaldi, direttore del dipartimento cardiovascolare della città della scienza e della salute di Torino e la vicepresidenza di Sebastiano Marra e Fiorenzo Gaita, l'inconto da 15 anni si conferma la collaborazione con la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota negli Stati Uniti. Ma nel mirino ci sono le cosiddette fake news, ma anche le convinzioni più sbagliate. Per esempio che non è vero che il movimento fa male a chi soffre di cuore, mentre caffè e cacao non sono i nemici che tanto si temono (anzi, aiutando l'umore possono avere addirittura benefici). E poi, più in generale, che un'alimentazione controllata aiuta, ma non basta.
Inoltre, è alle viste una collaborazione sempre più stretta tra la Scuola di Medicina dell'Università e l'ospedale di Teheran, dove ogni anno si compiono un numero enorme di interventi. L'obiettivo è mandare studenti iraniani per alcuni periodi di formazione nella nostra città.
Tra i prestigiosi ospiti il professor Gilles Dreyfus, cardiochirurgo francese, il dottor Malcolm Bell, responsabile della Cardiologia della Mayo Clinic di Rochester (USA) e il dottor Mohammad Mehdi Peighambari, proprio della Cardiologia dell’Ospedale di Tehran.
“Si rinnova il ponte tra Italia e Stati Uniti per portare la nostra cultura della cardiologia oltre oceano e condividere i loro risultati nella ricerca – spiega il professor Fiorenzo Gaita -. In questi giorni saranno esposte le innovazioni disponibili nella pratica clinica e le linee guida in ambito europeo cui abbiamo contribuito”.
“Puntare sulla prevenzione e sul dialogo diretto con i cittadini – aggiunge il dottor Sebastiano Marra, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare Maria Pia Hospital a Torino - diventa fondamentale per invertire la tendenza all’autogestione della salute; la prevenzione serve ad avere una conoscenza il più precoce possibile dei rischi e intervenire per correggere il problema, posticipando la malattia. Alla base di tutto è centrale un’adeguata etica della gestione medica delle malattie, che è in capo al medico”.