- 28 ottobre 2018, 07:30

“I Macchiaioli” colorano la Gam di Torino: un dialogo tra i dipinti e la collezione permanente

Inaugurata la nuova esposizione, che resterà allestita sei mesi, fino al 24 marzo. In mostra 80 opere dei maestri italiani dell’800

“I Macchiaioli” colorano la Gam di Torino: un dialogo tra i dipinti e la collezione permanente

La nuova mostra inaugurata alla Gam e dedicata ai Macchiaioli, che ha aperto al pubblico ieri e che durerà fino al 24 marzo, segna una collaborazione importante tra il museo torinese e il Gruppo 24 Ore, che è stato direttamente coinvolto nell’organizzazione dell’esposizione.

80 opere, per la curatela di Cristina Acidini e Francesca Petrucci, compongono un percorso che parte dalla formazione dei pittori. E non manca, infatti, il confronto tra le opere, come i dipinti di Giuseppe Bezzuoli, Luigi Mussini, Enrico Pollastrini, Antonio Ciseri e Stafano Ussi.

Ma l’intento della mostra, dal titolo “I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità”, è anche quello di mettere in dialogo questa corrente artistica con la collezione già presente alla Gam. Viene data, infatti, maggiore attenzione ai lavori di Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, così come agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris, Alfredo D’Andrade) o ai liguri della Scuola dei Grigi (Serafino De Avendaño, Ernesto Rayper). Si tratta di opere confrontate con la pittura di Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Odoardo Borrani.

L’evoluzione dei Macchiaioli, seguendo l’allestimento della galleria torinese, ripercorre una parte della storia d’Italia, in un periodo, quello immediatamente precedente e successivo all’Unità, che ha segnato profondamente la società del nostro Paese. Dalla sperimentazione della macchia applicata al rinnovamento dei soggetti storici e di paesaggio, con opere degli anni Cinquanta e Sessanta dell’800, alle scelte figurative operate dai Macchiaioli tra l’Unità e lo spostamento a Firenze della capitale.

La nuova collaborazione con il Gruppo 24 Ore, tuttavia, apre anche a possibilità di esportazione delle mostre nate a Torino. Una prospettiva confermata da Maurizio Cibrario, presidente della Fondazione Torino Musei, che ha raccontato come si stia lavorando, in questo momento, soprattutto con Cina e Giappone. Con quest’ultimo, soprattutto, anche alla luce della Japan Week appena conclusa, ci saranno progetti con la città di Nagoya, gemellata con Torino da oltre dieci anni, e in particolare con City Art Museum.

Per informazioni: www.gamtorino.it

Paolo Morelli

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