Eventi - 30 ottobre 2018, 12:39

Al Carignano "La maladie de la mort": felice incontro tra Marguerite Duras e Katie Mitchell

In scena il 3 e 4 novembre 2018

Al Carignano "La maladie de la mort": felice incontro tra Marguerite Duras e Katie Mitchell

La maladie de la mort nasce dall’incontro tra la scrittura di Marguerite Duras e lo stile di quella che è considerata la più importante regista britannica del momento, Katie Mitchell. Lo spettacolo, con l’adattamento di Alice Birch, è interpretato da Laetitia Dosch, Nick Fletcher Jasmine Trinca (nel ruolo della narratrice).
La maladie de la mort è una grande coproduzione internazionale realizzata dal C.I.C.T Théâtre des Bouffes du Nord, insieme a 4 teatri italiani: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Metastasio – Prato e a 8 teatri europei.

Debutterà, in prima italiana, al Teatro Carignano di Torino, il 3 e il 4 novembre 2018.

L’iconoclasta regista britannica Katie Mitchell crea dal racconto di Marguerite Duras uno spettacolo cinematografico sul tentativo (fallito) di amare. Un set “in presa diretta” che fa del voyeurismo il tema centrale. Un viaggio nelle pieghe più profonde e morbose dell’eros.

Per Marguerite Duras, La maladie de la mort altro non è che l’incapacità di amare. A questo tema la scrittrice francese, autrice de L’amante, ha dedicato uno dei suoi racconti più provocatori e perturbanti. Liberamente ispirato a quel testo, nell’adattamento di Alice Birch, è lo spettacolo omonimo che porta la firma della acclamata regista britannica Katie Mitchell, una delle figure più
influenti del teatro contemporaneo.
Una grande produzione internazionale, partecipata dal Teatro Stabile di Torino, che ha debuttato a gennaio in prima mondiale al Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi. Mitchell ripropone il concetto della Duras - un uomo e una donna, in una stanza d’hotel, stabiliscono una relazione sessuale perversa ma non riescono ad entrare in vera intimità - e lo fa con una lettura “cinematografica”, costruendo un set con tre macchine da presa che seguono morbosamente, in presa diretta, la dinamica tra i due protagonisti (Laetitia Dosch e Nick Fletcher). L’obiettivo vero dell’osservazione non sono i singoli personaggi quanto le categorie che rappresentano, i generi:
il Maschile, il Femminile. Sulla scena si percepisce una minaccia incombente: la Duras inserisce
il confronto uomo-donna in una dimensione misteriosa che prende la forma di un thriller psicologico, spiega la regista. Un viaggio nelle pieghe più profonde dell’eros, tra voyeurismo e pornografia. La voce narrante è di Jasmine Trinca.

Comunicato stampa

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