"Abbiamo detto che non ci devono essere bandiere politiche: se qualcuno arriverà con vessilli di partito chiederemo di metterli via." Alla vigilia della manifestazione Sì Tav, prevista per sabato 10 novembre in piazza Castello, il Comitato promotore "Sì, Torino va avanti" ribadisce che si tratta di un'iniziativa apartitica. L'appuntamento è per le 11 davanti al palazzo della Regione, dove ci sarà un pullman a due piani da cui interverranno i relatori.
"Le uniche bandiere - precisa Giovanna Giordano, una delle 7 "madamin" fautrici della mobilitazione - che ci saranno sul palco saranno quelle dell'Italia e dell'Europa". L'idea della grande manifestazione di piazza è nata nel momento in cui la maggioranza a 5 Stelle votava in Sala Rossa un documento contro la Torino-Lione. "Ci siamo guardate - ha spiegato Patrizia Ghiazza - e ci siamo dette che Torino non poteva essere no Tav." Una scintilla che "si è trasformata in una fiammella: c'è un desiderio di partecipazione e di esserci pazzesco". Da lì l'idea di proporre anche il manifesto "Sì, Torino va avanti", che racchiude sette sì, dalla cultura alla ricerca, dalla solidarietà alla sicurezza. "Siamo 38 mila persone - prosegue Ghiazza - con facce e storie che chiedono di non finire relegate in un angolo della pianura padana".
Sul futuro di questa "Onda del sì" che hanno contribuito a creare il Comitato non si sbilancia. "Sarà difficile - spiega Giovanna Giordano - capitalizzare questa forza che abbiamo senza senza farci appiccicare addosso etichette politiche". Accanto a loro nella manifestazione di sabato l'ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino, che ha lanciato la petizione online "Sì Tav" con quasi 58 mila adesioni. "Sulla Torino Lione - ha commentato l'esponente di Forza Italia - non molliamo: non è una merce di scambio ed è fondamentale per l'economia e l'occupazione di Torino e il Piemonte". "Il 10 novembre - prosegue Giachino - sarà un momento di svolta: passiamo dal no a tutto alla crescita".