Dopo "aver aperto la porta a Torino" la sindaca Chiara Appendino venerdì ha invitato a Palazzo Civico le organizzatrici della manifestazione di sabato scorso in piazza Castello a sostegno della Tav.
La prima cittadina ha scritto infatti questa mattina alle 7 "madamin" del comitato "Sì, Torino va avanti" per un confronto in Comune. "Alla luce dalle istanze emerse dalla manifestazione di sabato 10 novembre e ai richiami all’operato dell’Amministrazione di Torino - ha scritto la Sindaca - , con la presente desidero invitarVi a un primo confronto il 16 novembre a Palazzo Civico".
"Aprire la porte fa bene - commenta il Segretario Metropolitano del Pd Mimmo Carretta - ma quando dici di sì devi sapere che devi anche dare risposte a 40 mila persone che te le hanno sbattute in faccia". Secondo Carretta "l'unico modo che ha la prima cittadina per arrivare preparata a quell'incontro è sottoscrivere l'ordine del giorno" depositato oggi dal centrosinistra che, sul modello di quello consegnato sabato dagli industriali e sindaci al Prefetto, chiede di far ripartire i lavori per la Tav. "La Città le sta chiedendo questo, risponda per il bene di Torino, non per quello del Pd".
Alle sette promotrici del Comitato “Sì, Torino va avanti”, che sabato ha organizzato il grande raduno in Piazza Castello, oggi è giunto l’ invito del Sindaco di Torino, Chiara Appendino, a incontrarla.
“Siamo disposti a dialogare con chiunque ce lo chieda e voglia ascoltarci – rispondono – ma la priorità rimane l’ incontro col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cui porteremo le istanze dei 40 mila di Piazza Castello, espressione della Torino che non si rassegna, che vuole andare avanti, che vuole costruire un futuro di progresso e di benessere per la città e per il Piemonte. Gli porteremo anche le 40 mila adesioni raccolte attraverso il web, un appello fatto in modo fermo e gentile, perché siamo convinte che ciascuno può difendere le proprie idee rispettando le regole della convivenza civile”.
Per l’incontro con il Presidente Mattarella il Comitato ha fatto i primi passi.
Al Capo dello Stato “Sì Torino va avanti” chiederà di farsi garante che qualsiasi decisione sulla Tav sia frutto di giudizi non di parte o espressione di pregiudizi ideologici, che le valutazioni si basino su considerazioni di carattere tecnico, tenendo presente che c’ è già una grande mole di studi effettuati dai quali emerge chiaramente la validità dell’ opera. Il Comitato farà anche presente che la grande maggioranza degli italiani vuole la Tav, perchè giustamente la considera essenziale per non tagliare fuori il Paese dall’ Europa e dall’ Asia e pregiudicarne le possibilità di sviluppo e di lavoro.
Dopo l’ incontro col Presidente della Repubblica, “Sì, Torino va avanti” chiederà colloqui con tutte le istituzioni torinesi e piemontesi per illustrare il Manifesto dei Sette Sì. Sette Sì, a cominciare da quello per la Tav, perché Torino continui a essere una grande città della manifattura, delle imprese innovative, un polo di attrazione turistico e culturale. Una grande città del lavoro e della solidarietà, della ricerca, dell’ università, con un respiro europeo e internazionale.
"La Appendino non mi ha convocato perché non vuole discutere sulla Tav". È questo invece il commento di Mino Giachino, promotore della manifestazione di sabato con il comitato 'Sì, Torino va avanti'. "Io che voglio rappresentare la domanda della grande piazza di sabato non mi accontento dei salamelecchi - aggiunge - mi confronterò solo con governo e Parlamento. Le adesioni alla petizione sì Tav superano quota 65mila; non convocandomi Appendino manca di rispetto a chi sabato è sceso in piazza".





