Sanità - 12 novembre 2018, 15:12

Simone Ferraro (Città della Salute di Torino) si aggiudica il Bando Giovani Ricercatori 2018

100 mila euro per finanziare il suo innovativo progetto di ricerca sui linfomi

Simone Ferraro (Città della Salute di Torino) si aggiudica il Bando Giovani Ricercatori 2018

C’è grande entusiasmo in ambito scientifico. Ora il Bando Giovani Ricercatori 2018, promosso da FIL · Fondazione italiana Linfomi, ha un vincitore: il suo nome è Simone Ferrero, classe 1982, ricercatore a tempo determinato presso l'Ematologia Universitaria dell'A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino.

Il Dott. Ferrero  ha ottenuto il pieno consenso della commissione scientifica (composta tra gli altri anche da un rappresentante dei pazienti) proponendo il progetto dal titolo “Minimal residual disease (MRD) analysis by next-generation sequencing (NGS) in follicular lymphoma (FL) patients lacking a molecular marker: application to the FIL "FOLL12" trial (BIO-FOLL12)”, che otterrà il finanziamento di 100.000 euro erogato dal Bando Giovani Ricercatori 2018: un’iniziativa resa possibile grazie a fondi messi a disposizione da FIL, Fondazione Giulia Maramotti e Fondazione GRADE Onlus per sostenere l’attività scientifica di giovani ricercatori italiani sotto i 40 anni e la crescita di gruppi di ricerca all’interno dei centri italiani, che fanno parte di FIL e che si occupano di diagnosi e terapia dei linfomi.

Il Dott. Ferrero è stato premiato ufficialmente oggi, nel corso dell’annuale Riunione Nazionale della Fondazione Italiana Linfomi, in corso a Rimini dall’11 al 13 novembre. Il suo progetto è stato scelto in particolare per gli aspetti innovativi nella gestione terapeutica dei pazienti con linfoma: lo studio infatti si pone l’obiettivo di arrivare a terapie sempre più personalizzate, efficaci e con minori effetti collaterali contro il linfoma follicolare, una patologia che ha la caratteristica di recidivare. Grazie a innovative tecniche molecolari, il progetto punta ad ampliare l’analisi della malattia minima residua (cioè la presenza anche di pochissime cellule tumorali resistenti al trattamento) nel maggior numero di pazienti, oggi possibile solo in circa il 50% dei casi di linfoma follicolare.

In Italia i linfomi sono la patologia onco-ematologica più diffusa in tutte le fasce d’età: ogni anno colpiscono circa 15.000 nuovi pazienti, 40 nuovi casi al giorno, quasi 2 ogni ora. Negli ultimi 20 anni la ricerca ha fatto grandi passi avanti, ma c’è ancora molto da fare: solo grazie al sostegno di cittadini, aziende e istituzioni è possibile sviluppare nuovi studi clinici e raggiungere risultati promettenti. 

Il nostro progetto, finanziato dal bando Giovani Ricercatori 2018 della Fondazione Italiana Linfomi, è dedicato al linfoma follicolare. Questa malattia, piuttosto frequente fra i tumori del sangue, benché in genere risponda bene ai trattamenti, ha però la caratteristica di recidivare, cioè di ritornare a una distanza compresa fra alcuni mesi o diversi anni dopo la terapia. Per individuare i pazienti a maggiore rischio di recidiva si può studiare la malattia minima residua (cioè la presenza anche di pochissime cellule tumorali resistenti al trattamento) su prelievi di sangue o midollo osseo. A oggi questa analisi è possibile solo in circa il 50% dei casi di linfoma follicolare e il nostro progetto ha proprio l’obiettivo di rendere applicabile questo esame nel maggior numero di pazienti possibile, grazie all’utilizzo di tecniche molecolari di nuova generazione. Una volta ottenuti, questi risultati potranno essere molto preziosi nell’indirizzare i pazienti verso terapie sempre più personalizzate, con il fine ultimo di offrire a ogni singola persona un trattamento più efficace e con minori effetti collaterali”. Dott. Simone Ferrero, vincitore Bando Giovani Ricercatori 2018.

Per la nostra Fondazione questo progetto di finanziamento di ricerca è il naturale proseguimento delle attività di sostegno alla Ematologia di Reggio Emilia che durano da più di 15 anni. Ciò che abbiamo apprezzato in questo progetto è il respiro nazionale e il carattere compensativo. Significa riconoscere e mappare i talenti giovani del nostro Paese e dare una opportunità all’interno dei nostri confini di fare una ricerca di respiro internazionale”. Dott. Luigi Maramotti, Presidente Fondazione Giulia Maramotti.

Il bando giovani ricercatori, finanziato da Fondazione Italiana Linfomi, Fondazione Giulia Maramotti e Fondazione GRADE Onlus, rappresenta un’importante opportunità per i nostri giovani di consolidare le proprie conoscenze nell’ambito dei linfomi e contribuire in modo significativo al miglioramento della pratica clinica, nell’ottica di fornire ai pazienti le migliori cure disponibili. Da presidente di FIL sono veramente contento sia per il numero di progetti presentati sia per l’elevata qualità scientifica degli stessi. Scegliere un vincitore non è stato facile, proprio perché tutti i progetti avrebbero meritato di vincere, ma la scelta è stata fatta in rapporto - oltre che al curriculum scientifico del candidato e alla realizzabilità del progetto - anche in base alla continuità di lavori in ambito FIL e alle ricadute immediate che i risultati potranno avere nella pratica clinica di tutti i giorni. Desidero complimentarmi con tutti i partecipanti, ringraziare chi ha sostenuto questa iniziativa e tutti coloro che hanno partecipato alla valutazione dei progetti”. Dott. Michele Spina, Presidente Fondazione Italiana Linfomi.

Da 30 anni la Fondazione GRADE Onlus di Reggio Emilia (Gruppo Amici dell’Ematologia) ha come obiettivo sostenere innovativi progetti di ricerca e assistenza per migliorare la qualità di vita dei pazienti oncoematologici. Una mission che portiamo avanti con un occhio di riguardo ai giovani, che rappresentano il vero ponte verso un futuro di speranza. Per questo affiancare la Fondazione Italiana Linfomi ha rappresentato per noi l’opportunità di contribuire in modo concreto non solo a un importante progetto, ma anche - più in generale - a una cultura della ricerca scientifica che in Italia deve mantenere standard di assoluta eccellenza, per garantire ai pazienti e alle loro famiglie nuove risposte diagnostiche, terapeutiche e assistenziali”. Roberto Abati, Direttore Generale Fondazione GRADE Onlus.

comunicato stampa

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