Negli ultimi anni, il mondo dei giochi d'azzardo legali sta conoscendo una vera e propria crisi. Il giro d'affari relativo a sale slot, sale scommesse e casinò è in costante decrescita, a fronte di un aumento sempre maggiore del gioco online. Come mostrato su miglioricasino.com, infatti, sono sempre di più i casinò online che permettono di giocare direttamente da casa. Secondo i dati, ormai il giro d'affari legato a questi siti web ha superato di molto quello dei casinò tradizionali. Un balzo incredibile, dato che si tratta di un'industria diventata legale solamente nel 2011, quindi meno di 10 anni fa, e che ha perciò ancora grandi prospettive di crescita.
Proprio per questo, sta facendo discutere molto la legge varata dalla regione Piemonte per combattere il gioco d'azzardo patologico. Dopo un anno dalla sua entrata in vigore, le associazioni di settore fanno i conti con le nuove normative, denunciandone l'impatto negativo su un settore già in crisi. La legge, approvato nel maggio 2016, aveva introdotto una serie di misure volte a disincentivare il gioco d'azzardo, con particolare riguardo all'utilizzo delle slot machine. I provvedimenti, infatti, prevedevano due novità. La prima era costituita da una riduzione significativa degli orari di apertura delle sale gioco. I singoli comuni, secondo la norma, erano tenuti a imporre la riduzione delle attività per non meno di 3 ore al giorno, assieme al divieto pubblicitario per sale giochi e centri scommesse. Il provvedimento destinato a far discutere di più è però il cosiddetto "distanziometro": l'obbligo per gli esercizi commerciali contenenti giochi d'azzardo a trovarsi a una distanza minima di 500 metri da una serie di zone sensibili, comprendenti scuole, ospedali e stazioni ferroviarie, pena una sanzione pecuniaria che in alcuni casi può raggiungere decine di migliaia di euro.
Secondo le associazioni di categoria, la legge varata dalle regione Piemonte si è dimostrata inadeguata a scoraggiare il gioco patologico, portando addirittura a effetti negativi. In particolare, i dati sembrano evidenziare un netto calo del giro d'affari di bar e tabacchi, ma non una diminuzione complessiva del gioco. In Piemonte, secondi i dati dei Monopoli di Stato, nei primi quattro mesi del 2018 la spesa complessiva è diminuita di circa il 4%, passando però da 1,6 miliardi di euro a 1,5. Dati che, secondo le associazioni, non tengono conto delle attività in nero e del gioco online, la quale costituisce ormai una larga fetta di mercato.
Per quanto riguarda la legge emanata dalla regione Piemonte, se c'è stato davvero stato un calo delle giocate, esso ha colpito unicamente le slot machine. E' vero che queste hanno visto una diminuzione del giro d'affari di oltre il 28%: un calo notevole, che ha portato gli introiti dai 502 milioni di fine 2017 ai 360 dei primi mesi del 2018. In contemporanea, però, si è registrato un forte aumento delle spese connesse alle altre tipologie di giochi. I Gratta e Vinci, ad esempio, crescono di quasi il 12%, arrivando a 208 milioni; le Videolotteries del 9%, e il gioco del Lotto del 10,5%. Il risultato della normativa, secondo i gestori di attività commerciali legate a giochi di questo tipo, si sarebbe quindi limitato a dirottare le abitudini dei giocatori verso altri canali (compresi quelli illegali), danneggiando i detentori di slot machine e fallendo del tutto nel suo obiettivo primario, ossia quello di diminuire i casi di ludopatia.
A far discutere ancora di più è la recente decisione del Tribunale di Torino riguardo il caso di un esercente condannato a una multa record di 32 mila euro per avere installato delle slot machine senza tener conto del distanziomentro (e non è stata l'unica occasione in cui la nuova norma ha portato a multe record). Il giudice ha infatti posto il problema della possibile incostituzionalità della legge, che porrebbe una grave restrizione al principio della libera iniziativa imprenditoriale. A voler applicare alla lettera la norma, infatti, in tutto il capoluogo di regione risulterebbe impossibile installare macchine da gioco. Il risultato sarebbe quindi quello di causare un danno economico enorme ai vari imprenditori e gestori di locali della zona.
Secondo i detrattori della legge, i giocatori patologici, invece che venire dissuasi, sarebbero stati semplicemente incoraggiati a spostarsi verso nuove tipologie di gioco dalle norme varate dalla regione. Un risultato ritenuto tutt'altro che soddisfacente, a fronte delle perdite economiche lamentate dai lavoratori del settore. La parola adesso spetta ai soggetti politici che, dopo la sentenza del tribunale, dovranno decidere se mantenere la normativa oppure modificarla per venire incontro alle esigenze degli esercenti.