Buio in sala, è difficile costruire business. Ecco perché, per valorizzare gli incontri e le possibili collaborazioni intorno al mondo del cinema, Torino lancia per la prima volta la "Torino film industry", che punta ad affiancare il Torino Film Festival dedicandosi però agli appuntamenti per professionisti del cinema e dell'audiovisivo.
Dal 22 al 27 novembre, dunque, tra il Circolo dei Lettori e la sede in via Cagliari della Film Commission, si susseguiranno una serie di incontri e appuntamenti, grazie alla collaborazione con ilCentro Nazionale del cortometraggio e con Torino Film Lab, incrociando i programmi del Torino short film market e i Meeting Event. Dunque addetti ai lavori, che attingono anche al grande mondo del cinema indipendente, arrivano fino alle coproduzioni internazionali e alle nuove frontiere della distribuzione digitale.
In cabina di regia, con il supporto di Compagnia di San Paolo, ovviamente Film Commission. "Creare una sinergia di questo genere è sempre stato un mio obiettivo - commenta Paolo Damilano, presidente di Film Commission - perché come nostra missione dobbiamo essere attrattivi non solo dal punto di vista delle pellicole girate qui, ma anche da un punto di vista più economico e finanziario. Comunicare al cinema italiano che Torino e il Piemonte sanno rendersi protagonisti di molte iniziative che tengano un canale aperto e costruire una relazione anche con chi non viene nell'immediato a girare qui".
"È una sintesi di azioni che in parte già facevamo - sottolinea Antonella Parigi, assessore regionale alla Culturale - con l'ottica di fare del mondo culturale anche un motore di impresa e di crescita per l'intero settore a 370 gradi. Anzi, a 371". "E in Film Commission - prosegue - vediamo il potenziale per non essere solo elemento attrattore, ma anche di proposta, creando situazioni e occasioni di lavoro per venire in Piemonte. E andiamo a potenziare strumenti come lo Short film market e il Film Lab, che già erano operativi e già supportavamo".
E questo proporsi come impresa cinema e non solo come cornice ha infatti permesso di segnalare Torino sulla cartina mondiale. E innanzitutto continentale "che ci ha permesso di intercettare i fondi europei, 1,5 milioni per i prossimi tre anni. E chiunque ci sarà domani, dovrà continuare su questa strada". Oltre alla possibilità di aver ricevuto da FinPiemonte un fondo di garanzia dedicato. "Che serve a chi non ha bancabilità, come le imprese creative, andando oltre il semplice business plan. Un altro elemento professionalizzante di questo settore".
"Quando sono arrivato alla guida del Museo Nazionale del cinema - ammette Sergio Toffetti - avevo sottovalutato il Film Lab, ma col tempo ho capito l'importanza e ho voluto fare in modo che si potessero rafforzare le ricadute sul territorio. Torino Film Industry è la fotografia di un ambiente che si è creato col tempo e si sta consolidando. Il Torino film festival deve essere anche vetrina di una città che si fa vedere al mondo e qui vogliamo fare vedere tutto quello che succede qui da noi".
"Si dice spesso che le fondazioni, accanto al sostegno di tipo economico, devono mettere in campo altre competenze e relazioni - aggiunge Matteo Bagnasco, responsabile area innovazione culturale di Compagnia di San Paolo - e oggi siamo di fronte a uno di questi casi. Ci siamo accorti negli anni che stavamo, singolarmente, sostenendo un'intera filiera, dalla formazione agli eventi. Ecco perché abbiamo voluto puntare sulla costituzione di ragionamenti di filiera".